Le foto, scattate dal personale ISP, sono visibili anche nella galleria di immagini
In memory of Angelo Viola. There is news that is difficult to give and even more difficult to accept: yesterday Angelo Viola, our dear friend and colleague, passed away. The ISP community is close to all who are grieving this sudden and painful loss.
Thank you Angelo for all you have done in your research and passion for outreach, working always with enthusiasm, passion and kindness.
24 Marzo 2023
Ciao Angelo. Ci sono notizie difficili da dare e ancora più difficili da accettare: ieri è mancato Angelo Viola, caro amico e collega. La comunità ISP si stringe attorno a tutte le persone che stanno soffrendo per questa improvvisa e dolorosa perdita.
Grazie Angelo per tutto ciò che hai fatto per la ricerca e la divulgazione, sempre con l'entusiasmo, la passione per il tuo lavoro e la tua gentilezza.
(Foto di Vittorio Tulli - CNR)
Cambiamenti ed evoluzione dei sistemi polari: processi, meccanismi di feedback ed interazioni a scala globale
Il sistema Terra è altamente interconnesso. Le attività di ricerca dell’area tematica sono finalizzate ad approfondire la conoscenza dei processi e delle interazioni tra le diverse componenti del sistema climatico e a valutarne le risposte ai cambiamenti globali. Una comprensione più solida ed olistica del sistema polare è necessaria per orientare le future decisioni di politica climatica.
Lo studio delle caratteristiche dell’atmosfera polare è fondamentale per poter studiare i cicli biogeochimici di specie chimiche naturali, i processi di trasporto a lunga distanza degli inquinanti e dei composti clima-alteranti e i meccanismi di feedback innescati dal riscaldamento atmosferico e dall’interazione dell’atmosfera con la criosfera e gli oceani.
La criosfera costituisce una porzione alquanto fragile del sistema Terra, resa ancora più vulnerabile dai cambiamenti climatici. Lo studio di neve e ghiaccio, della loro composizione chimica, della loro estensione reale, nonché dei principali parametri fisici, dell’evoluzione del permafrost e l’impatto che la crescente degradazione ha su atmosfera, biosfera e idrosfera sia a livello regionale che globale viene portato avanti con attività di ricerca multidisciplinari ed interconnesse.
L’idrosfera è in gran parte costituita dagli oceani che influenzano il sistema Terra in tutte le aree, immagazzinando e ridistribuendo acqua dolce, calore, gas clima-alteranti e altre sostanze particolate e disciolte. Le ricerche oceanografiche supportano previsioni più accurate sugli impatti globali grazie allo studio delle proprietà chimico-fisiche dei mari e degli oceani, dei loro movimenti, degli scambi energetici con l’atmosfera, degli organismi che vi vivono e la struttura geologica dei bacini oceanici. Gli ambienti limnologici polari sono studiati sia per essere sentinelle per i cambiamenti climatici sia per lo studio delle risposte delle loro corte reti trofiche ai cambiamenti stessi, incluse le perturbazioni antropiche.
Gli ecosistemi polari sono un'importante riserva di risorse naturali e possono in parte mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici da cui sono minacciati oggigiorno. Lo studio della biodiversità e della resilienza ai cambiamenti globali con un approccio ecosistemico, che integri l'influenza dei fattori ambientali, le relazioni interspecifiche a livello di comunità e gli aspetti socio-economici è una sfida per una gestione efficace e sostenibile delle risorse naturali.
Principali settori ERC:
• LS8 - Ecology, Evolution and Environmental Biology
• PE4 - Physical and Analytical Chemical Sciences
• PE10 - Earth System Science
• SH2 - Institutions, Values, Environment and Space
• SH7 - Human Mobility, Environment, and Space
Referenti: Nicoletta Ademollo, Maurizio Azzaro, Fabiana Corami, Federico Giglio e Stefania Gilardoni
Contatto: info-polarchanges AT isp.cnr.it
Sottotematiche
L’atmosfera come matrice ambientale si rivela mezzo di rapida dispersione globale dei composti clima-alteranti e degli inquinanti. Grazie alle sue caratteristiche di stabilità ed inversione termica e alla presenza del vortice polare, l’atmosfera polare è l’osservatorio ideale per poter valutare gli scambi di energia e le interazioni di vari fenomeni con la circolazione atmosferica, anche a differenti scale spazio-temporali, i trasporti verso le alte latitudini, la composizione dell’aerosol e i cicli biogeochimici delle specie chimiche naturali ed inquinanti presenti. L’atmosfera è caratterizzata da diversi composti; tra questi hanno rilevante interesse i composti clima-alteranti, ovvero i gas serra che incidono sul bilancio energetico e termico della Terra e gli aerosol atmosferici.
Gli aerosol atmosferici hanno un ruolo chiave nei cambiamenti climatici indotti dall’uomo poiché influenzano il bilancio radiativo del pianeta (assorbimento e scattering della radiazione solare e l’albedo superficiale) e la formazione e proprietà delle nubi. In particolare, gli aerosol atmosferici influenzano ed amplificano i cambiamenti climatici. Il particolato atmosferico è costituito da particelle di origine naturale (eruzioni vulcaniche, incendi, emissioni oceaniche, risospensione delle polveri del suolo) e da particelle di origine antropica (emissioni industriali, processi di combustione, micro e nanoplastiche). È ’quindi fondamentale individuare traccianti chimici, biochimici e biologici per studiare l’origine e la composizione degli aerosol polari e comprenderne i feedback climatici. Sebbene presenti in tracce, composti organici, black carbon, sea salt e microplastiche (< 100 µm) possono agire da nuclei di condensazione delle nubi, influenzando così l’albedo e le precipitazioni, nonché il bilancio della radiazione e il clima. Black carbon, microplastiche e polveri (dust) potrebbero inoltre agire come ice nucleating particles. La presenza di queste particelle in atmosfera e nel ghiaccio marino ha non soltanto un impatto sull’albedo, ma può anche alterare la permeabilità del ghiaccio marino e l'assorbimento della radiazione solare con un feedback sulla fusione dei ghiacci marini. In un’area polare in rapida evoluzione come l’Artico, l’inquinamento da microplastiche si aggiunge agli effetti del cambiamento climatico in termini di fonti, processi di trasporto, feedback e conseguenze ecologiche. Altri stressori presenti negli aerosol atmosferici possono essere i composti organici mediamente volatili, i composti idrosolubili, i composti fenolici e gli elementi in traccia.
La presenza di stressori chimici influenza le dinamiche fisiche dell’atmosfera, principalmente attraverso l’interazione con la radiazione sia solare che terrestre, contribuendo ad amplificare l’aumento della temperatura dell’aria, che a sua volta ha un impatto sullo scioglimento del ghiaccio marino, sull’umidità, sulla nuvolosità e sulle precipitazioni, influenzando significativamente il sistema climatico. Il monitoraggio dei parametri e dei processi fisici e delle dinamiche dell’atmosfera, attraverso l’utilizzo di diverse metodologie di misura (compreso il telerilevamento), è fondamentale per l’approfondita comprensione delle sinergie tra le varie componenti e per sviluppare dei modelli previsionali meteo-climatici sempre più efficienti. Per migliorare la qualità dei risultati dei modelli di previsione meteorologici e climatici è necessario studiare approfonditamente tutti i processi che caratterizzano lo strato limite atmosferico.
Principali settori ERC:
• LS8 - Ecology, Evolution and Environmental Biology
• PE4 - Physical and Analytical Chemical Sciences
• PE10 - Earth System Science
• SH2 - Institutions, Values, Environment and Space
• SH7 - Human Mobility, Environment, and Space
Aquae. Il futuro è nell’oceano è una mostra scientifica che presenta al pubblico un percorso ricco di esperienze interattive sulle più importanti tematiche legate al mare, all’oceanografia e alle tecnologie ad esso collegate.
A cura del Consiglio Nazionale delle Ricerche_Unità Comunicazione
CNR – Dipartimento scienze del Sistema Terra e Tecnologie per l’Ambiente
CNR – Istituto di Scienze Marine, CNR – Istituto per lo studio degli Impatti Antropici e la Sostenibilità in ambiente marino, CNR – Istituto di Scienze Polari, CNR – Istituto di Ingegneria del Mare
The INStabilities & Thresholds in ANTarctica (INSTANT) Scientific Research Programme aims to quantify the Antarctic ice sheet contribution to past and future sealevel change, from improved understanding of interactions and feedbacks with atmosphere, ocean and solid Earth.
This international conference is the first major conference of this SCAR Scientific Research Programme.
Towards a pollution free society
The Environmental Chemistry Division of the Società Chimica Italiana and the University Ca’ Foscari of Venice will organize the 18th ICCE Conference 2023 in Venice (Italy), a biennial conference under the auspice of the Division of Chemistry and the Environment (DCE) of the European Chemical Society (EuChemS).
Call for Abstracts (deadline): 15 March 2023 (250-400 words)
Draft papers (deadline): 15 June 2023 (4500-6500 words)
The Arctic Yearbook is calling for abstracts for its 2023 volume
SIOS offers a training course on how to effectively use UAVs in Svalbard research.
The goal of the course is to teach participants the basic skills needed to use UAVs in Svalbard.
Location: Longyearbyen, Svalbard
L'Anthropocene è un'unità di tempo geologica nuova, sebbene non ufficiale, usata per descrivere il periodo più recente nella storia della Terra, quando l'attività umana ha iniziato ad avere un impatto significativo sul clima e sugli ecosistemi del pianeta. l'Antropocene è anche un periodo caratterizzato da un livello tecnologico senza precedenti che ci consente di misurare variabili essenziali del sistema climatico (ECV) ad alta risoluzione temporale (e.g. satelliti) e di prevedere scenari climatici futuri utilizzando supercomputer all'avanguardia basati sugli Shared Socioeconomic Pathways (SSPs). Tuttavia, le misure strumentali esistono solo dalla metà del XX secolo mentre le simulazioni sono limitate nel tempo a pochi secoli. Pertanto, non è chiaro se i cambiamenti documentati e previsti facciano parte della variabilità naturale a lungo termine del sistema climatico. A questo proposito, gli archivi climatici come le carote di ghiaccio, le carote di sedimenti marini/lacustri, i coralli, gli speleotemi e gli anelli degli alberi offrono una prospettiva straordinaria dell'evoluzione climatica del passato e, quindi, rappresentano un punto di riferimento fondamentale per inquadrare i cambiamenti climatici in corso all’interno di un contesto più ampio di variabilità climatica naturale a lungo termine. In particolare, il clima passato è caratterizzato da importanti eventi climatici che possono essere utilizzati come esempi (non necessariamente analoghi) per valutare la velocità dei cambiamenti naturali e comprendere le interazioni tra le componenti critiche del sistema clima, comprese le sue forzanti esterne e interne. Pertanto, la paleoclimatologia è un campo di ricerca fondamentale per lo studio dell'Antropocene in quanto fornisce informazioni su come funziona il sistema climatico terrestre e su come potrebbe cambiare in futuro. Attraverso il paleoclima si può quindi migliorare i modelli climatici riducendo le incertezze sulle proiezioni future.
Gli archivi naturali della storia del clima passato sono pilastri per i paleoclimatologi in quanto rappresentano letteralmente macchine del tempo. Gli scienziati cercano indizi di eventi passati in questi record come indicatori biologici, geochimici e sedimentari utilizzati per la quantificazione empirica dei parametri climatici e ambientali, un aspetto generalmente indicato come proxy. Ogni tipo di archivio ha i suoi vantaggi e svantaggi. Pertanto, i paleo-studi ottengono migliori risultati dall'integrazione di archivi complementari per avere una visione interdisciplinare su come funziona il sistema climatico.
Principali settori ERC:
• PE4_5 - Analytical chemistry
• PE4_18 - Environment chemistry
• PE10_1 - Atmospheric chemistry, atmospheric composition, air pollution
• PE10_3 - Climatology and climate change
• PE10_6 - Palaeoclimatology, palaeoecology
• PE10_8 - Oceanography (physical, chemical, biological, geological)
• PE10_9 - Biogeochemistry, biogeochemical cycles, environmental chemistry
• PE10_11 - Geochemistry, cosmochemistry, crystal chemistry, isotope geochemistry, thermodynamics
• PE10_18 - Cryosphere, dynamics of snow and ice cover, sea ice, permafrosts and ice sheets
Referenti: Andrea Spolaor, Tommaso Tesi
Contatto: info-paleoclimate AT isp.cnr.it
Sottotematiche
Le carote di ghiaccio sono degli archivi ambientali utilizzati per ricostruire il clima passato. Un vantaggio delle carote di ghiaccio e quella di poter estrarre informazioni con alta risoluzione temporale, al punto tale che in alcuni casi è possibile descrivere anche le oscillazioni climatiche stagionali. Le carote di ghiaccio vengono prelevate sia da ghiacciai alpini che dalle calotte glaciali dove le temperature siano sufficientemente basse (inferiori ai 0°C) durante tutto l'anno permettono alle deposizioni nevose di essere preservate, accumularsi e creare una serie stratigrafica. Le carote di ghiaccio recuperate in Antartide e in Groenlandia, grazie al basso accumulo nevoso ed alle basse temperature, possono contenere informazioni climatiche degli ultimi 800000 e 125000 anni rispettivamente Tuttavia, importanti informazioni climatiche possono essere estratte anche dai ghiacciai non polari, come quelli delle regioni alpine, andine e dell'Himalaya. Tra le informazioni climatiche, le analisi delle carote di ghiaccio possono fornire informazioni sulle temperature del passato, sul vulcanismo, sull’intensità dei venti, sulle precipitazioni, sull'aridità, sull'attività solare, sui cambiamenti dei cicli biogeochimici e sulla composizione dell'atmosfera. In particolare, le carote di ghiaccio sono preziosi archivi paleoclimatici per la composizione atmosferica del passato. Il ghiaccio infatti è in grado di preservare i composti chimici e la loro abbondanza presenti in atmosfera e depositati tramite le deposizioni nevose nonché la concentrazione di gas che vengono intrappolati nelle bolle d’aria presenti nel ghiaccio stesso. Dalle carote di ghiaccio si possono inoltre studiare le proprietà fisiche degli strati di ghiaccio e della massa glaciale.
Le principali attività dell'area tematica Osservazione della Terra (OT) e modellistica degli ecosistemi polari sono: remote e proximal sensing, analisi spaziali, cartografie tematiche e organizzazione della conoscenza geografica ed ambientale. L’attività è incentrata su tre pilastri metodologici principali, e sulla loro integrazione: metodi osservativi da remoto e in loco, organizzazione delle informazioni a supporto della conoscenza, rappresentazione tramite modelli numerici e concettuali.
L’investigazione scientifica ha per oggetto le risposte degli ecosistemi polari, anche attraverso il confronto con le diverse fasce climatiche, alle variazioni della temperatura dell'aria e del mare, i cambiamenti delle calotte polari, le variazioni del livello del mare e dell’estensione, persistenza e spessore del manto nevoso e dei ghiacci, l’evoluzione del permafrost, i processi di erosione ed accrescimento costieri, il rilascio e la segregazione di gas clima-alteranti ed i cicli biogeochimici, la biodiversità. Le metodologie osservative mirano a rilevare dinamiche ambientali e climatiche a differenti scale spaziali e temporali attraverso l’individuazione e lo studio di molteplici variabili essenziali e le loro interazioni sia biologiche che geofisiche, integrando le informazioni delle diverse piattaforme. Il confronto continuo consente di integrare i modelli spaziali ed ecologici con i dati osservativi.
L’area ha un gruppo dedicato all’organizzazione della conoscenza terminologica multilingue, thesauri e metadati a supporto della descrizione del dato e dell’informazione ambientale, con focus sugli ambienti polari. L’area tematica sviluppa, in accordo con i principi FAIR (Findable Accessible Interoperable Reusable), catene di dati e prodotti a sostegno dello studio di sistemi terrestri, acquatici e della criosfera e lo sviluppo di GIS interoperabili, cartografia tematica e servizi operativi. Nella foto a sinistra il Ghiacciaio Spegazzini (Parco Nazionale Los Glaciares, Santa Cruz, Argentina, Gennaio 2010), assieme ai ghiacciai Upsala e Perito Moreno, alimenta il Lago Argentino nel Parco Nazionale Los Glaciares. In questa foto è visibile la fronte del ghiacciaio di tipo calving, caratterizzata da abbondanti seracchi, che possono raggiungere 135 m di altezza.
Principali ERC panels:
• LS8 - Environmental Biology, Ecology and Evolution
• PE10 - Earth System Science
• SH7 - Human Mobility, Environment, and Space
• SH2 - Institutions, Values, Environment and Space
Referenti: Francesco De Biasio, Francesco Filiciotto, Emiliana Valentini, Matteo Zucchetta,
Contatto: info-observation AT isp.cnr.it
Sottotematiche
Caratterizzazione della colonna atmosferica tramite tecniche di telerilevamento e studio dell’aerosol all’interfaccia con il suolo, utilizzo dei dati di OT e loro validazione con misure da terra. Chimica dell’atmosfera, microchimiche e microfisiche clima-alteranti (utilizzo di prodotti tematici di emissioni da incendi e di inquinamento atmosferico); fisica dell’atmosfera tramite misure puntuali presso osservatori permanenti in aree polari e di alta quota, sia fissi che mobili (navi); bioaerosol e sua composizione quali-quantitativa. Studio della struttura spaziale del vento sul mare a varie risoluzioni (da decine di km a 500 m) ottenuto attraverso rilevazioni di echi radar dalla superficie marina e immagini satellitari SAR (Synthetic Aperture Radar), integrate con tecniche di intelligenza artificiale in un confronto continuo con verità a terra e modellistica numerica.
Ministero dell'Universita e Ricerca
Programma Ricerche Artico
Programma Nazionale di Ricerca in Antartide
Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale
L'Italia e l’Artico
L’Italia e l’Antartide
CNR-ISP
Consiglio Nazionale delle Ricerche
Istituto di Scienze Polari
c/o Campus Scientifico - Università Ca' Foscari Venezia - Via Torino, 155 - 30172 VENEZIA MESTRE (VE)
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