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CIRCE - earChIng for EmeRging Contaminants in Sub-Arctic rivErs Title: SearChIng for EmeRging Contaminants in Sub-Arctic rivErs
Acronym: CIRCE
Principal Investigator ISP: Angelina Lo Giudice
Leading Institution: Institute of Polar Sciences (CNR-ISP)
Funding: INTER-ACT
Period of activity: 2021 - 2025

Climate and anthropogenic changes in the Arctic

Mobility experience with a research focus for PhD sandwich and Post Doc.

Main research activities/topics/projects: Arctic near-surface temperatures have warmed nearly four times faster than the global average since 1979 and Svalbard is located at a hotspot for this warming. As such, there are a number of research priorities that are critical for understanding and managing this important Arctic region. These priorities will constitute the main topics of research activities. More infomations

La Amundsen-Nobile Climate Change Tower (CCT) è una piattaforma scientifica concepita per monitorare le caratteristiche termodinamiche della bassa atmosfera e studiare i processi di scambio, di energia e di massa, e le interazioni con la superficie. Installata alle Isole Svalbard nel villaggio di Ny-Ålesund, a circa 1.2 km a ovest dell’abitato, la CCT è una struttura metallica alta 34 m. composta da 17 moduli, dotata di diversi punti di accesso alla rete elettrica e per la trasmissione di dati. Alla distanza di circa 40 m. dalla torre, in una cabina dedicata, si trovano i sistemi di acquisizione dati e di controllo della strumentazione.

Alla CCT sono stati installati, a quattro diverse altezze, set di strumenti per misurare i profili dei parametri atmosferici standard (temperatura, umidità relativa, intensità e direzione del vento); sono stati installati a 2 quote sensori per la misura del bilancio radiativo e delle sue componenti nel visibile e nell’infrarosso; sono stati installati a 2 quote sensori a risposta veloce per la misura dei flussi di calore, momento e umidità. Alla torre sono inoltre stati connessi sensori per la misura della caratterisitiche fisiche della neve (spessore, temperatura superficiale e nello strato) e del suolo sottostante (temperatura).

Dedicata alle imprese dell'esploratore norvegese Roald Amundsen e dell’italiano Umberto Nobile la CCT è stata finanziata dal Dipartimento di Scienze del Sistema Terra e Tecnologie per l’Ambiente Terra e Ambiente (DSSTTA) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) ed è stata inaugurata il 30 aprile 2009.

A partire dal 2012 la CCT e l’area circostante sono diventate un punto di riferimento per la l’osservazione integrata delle diverse componenti del sistema climatico e, attraverso nuove collaborazioni nazionali ed internazionali, sono state implementate installazioni per la misura dei gas serra ( in collaborazione con KOPRI) per la misura dell’indice di copertura nevosa e di riflettività spettrale della neve, per la misura dei profili di vento telerilevati con SODAR e Wind LIDAR (in collaborazione con KOPRI), per lo studio della variazione dello strato attivo, della vegetazione, della copertura nevosa e del profili della temperatura nel permafrost.


  - Pagina con i dati in tempo reale
    

14 January 2022

A new study, published in Nature Communications, reports for the first time the iodine variability of the Arctic atmosphere for the last 127,000 years. By investigating two Greenland ice cores, researchers found the highest and lowest iodine levels respectively during warm interglacial and cold glacial periods. The environmental roles of iodine in the polar atmosphere are important and multiple, from modulating the energy budget to affecting atmospheric chemistry cycles and new particle formation, but its long-term variability in the Arctic has been so far unknown.
An international team of researchers led by the Spanish National Research Council (CSIC), and with the contribution of Ca’ Foscari University of Venice, the Italian National Research Council (CNR) and other organizations from Denmark, Germany, Australia and the United States, has developed a multidisciplinary research strategy to understand the composition of the Arctic atmosphere over past glacial and interglacial cycles and what the mechanisms controlled its evolution.

14 January 2022

A new study, published in Nature Communications, reports for the first time the iodine variability of the Arctic atmosphere for the last 127,000 years. Using two Greenland ice cores, the international team found the highest and lowest iodine levels recorded during interglacial and glacial periods, including the whole last cold period called the Last Glacial Cycle, and has developed a multidisciplinary research strategy to understand the composition of the Arctic atmosphere and what the mechanisms controlled its evolution.

The analysis of the halogens contained in the ice, together with the concentrations of other elements such as calcium or sodium, has revealed how the ocean is the great regulator of iodine in the Arctic atmosphere: the variability of this element is fundamentally controlled by the dynamics of the ice pack and by the biological productivity of the oceans. The concentration of this element can potentially influence climate and this study can help researchers to better constrain the future projections of iodine atmospheric concentrations in the Arctic.
DOI:10.1038/S41467-021-27642-5 (Niccolò Maffezzoli, Ca’ Foscari, and Andrea Spolaor, CNR-ISP) - READ MORE

climrisk2020Conferenza annuale 2020
Il convegno, organizzato on-line, avrà una sessione specifica dedicata a:
Glaciers, ice sheets, sea–ice: climate of the past and future tipping points



Ricostruzione della CO2 atmosferica negli ultimi 66 milioni di anni

11 Dicembre 2023

Un recente studio internazionale, che ha coinvolto l'Italia attraverso l'Istituto di Scienze Polari del CNR, e pubblicato su Science, ha ricostruito le fluttuazioni della CO2 atmosferica nell'arco degli ultimi 66 milioni di anni. In questo progetto durato sette anni, i ricercatori hanno analizzato vari record geologici, selezionando i dati più attendibili, stimando le incertezze e affinando i modelli cronologici. I risultati dello studio indicano una chiara relazione tra i livelli di CO2 e l’aumento della temperatura media globale terrestre. Si è scoperto che un raddoppio della CO2 atmosferica potrebbe innalzare la temperatura media del pianeta di 5-8 °C, un incremento notevolmente superiore a quanto previsto in precedenza e che il livello attuale di CO2 nell’atmosfera, pari a 420 ppm e principalmente causato dall’azione dell’uomo, non è stato mai raggiunto negli ultimi 14 milioni di anni. Approfondimento - DOI: 10.1126/science.adi5177  - Paolo Montagna (CNR-ISP) Immagine - (Ricostruzione della CO2 atmosferica negli ultimi 66 milioni di anni, ottenuta dall'analisi delle carote di ghiaccio, dei suoli antichi e dei sedimenti oceanici - Credits: Science)

Ricostruzione della CO2 atmosferica negli ultimi 66 milioni di anni

11 Dicembre 2023

Un recente studio internazionale, che ha coinvolto l'Italia attraverso l'Istituto di Scienze Polari del CNR, e pubblicato su Science, ha ricostruito le fluttuazioni della CO2 atmosferica nell'arco degli ultimi 66 milioni di anni. In questo progetto durato sette anni, i ricercatori hanno analizzato vari record geologici, selezionando i dati più attendibili, stimando le incertezze e affinando i modelli cronologici. I risultati dello studio indicano una chiara relazione tra i livelli di CO2 e l’aumento della temperatura media globale terrestre. Si è scoperto che un raddoppio della CO2 atmosferica potrebbe innalzare la temperatura media del pianeta di 5-8 °C, un incremento notevolmente superiore a quanto previsto in precedenza e che il livello attuale di CO2 nell’atmosfera, pari a 420 ppm e principalmente causato dall’azione dell’uomo, non è stato mai raggiunto negli ultimi 14 milioni di anni. Approfondimento - DOI: 10.1126/science.adi5177  - Paolo Montagna (CNR-ISP) Immagine - (Ricostruzione della CO2 atmosferica negli ultimi 66 milioni di anni, ottenuta dall'analisi delle carote di ghiaccio, dei suoli antichi e dei sedimenti oceanici - Credits: Science)

Colombo Roberto Professore di Telerilevamento presso il Dipartimento di Scienze Ambientali dell'Università di Milano Bicocca. Il suo principale interesse è lo sviluppo di strumenti di telerilevamento per la stima quantitativa delle proprietà della superficie terrestre. Lavora con un'ampia gamma di dati di Osservazione della Terra a diverse scale e metodi geofisici, assimilando dati di telerilevamento multi-sorgente, multi-spettrale e multi-temporale, dalla spettroscopia di campo al livello satellitare per la modellazione delle dinamiche terrestri e ambientali, con particolare attenzione alla fluorescenza della vegetazione e alle proprietà della neve. Le attività attuali comprendono analisi e definizioni di missioni spaziali, campagne aeree e strategie di valutazione sul campo, ingegneria e progettazione di strumenti di telerilevamento prossimali, sviluppo di algoritmi, modellazione ambientale e nuove applicazioni.

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