14 Aprile 2021
Pubblicato su Chemosphere un studio Multiple exposure of the Boreogadus saida from Bessel fjord (NE Greenland) to legacy and emerging pollutants, finalizzato alla valutazione del bioaccumulo di microinquinanti organici emergenti ed alteratori endocrini nel polar cod campionato nel Bessel Fjord (Groenlandia), nell’ambito del Programma TUNU (UiT-The Arctic University of Norway). I risultati hanno evidenziato diversi livelli di contaminazione negli individui campionati nella parte interna del fiordo, rispetto agli organismi campionati nello shelf dovuta a differenze genetiche, di dieta ed a un diverso impatto antropico. (Francesca Spataro CNR-ISP)
Title: Correlazione fra aerosol di origine biologica e produttività primaria nel Mare di Ross
Acronym: BioAPRoS
Research Unit Leader ISP: Roberta Zangrando
Leading Institution: Università di Firenze
Funding: Ministero Università e Ricerca - Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (MUR-PNRA)
Period of activity: 2018 - 2020
Pubblicato su Frontiers in Microbiology uno studio il cui scopo è stato testare la capacità di un consorzio batterico (BC) preselezionato di migliorare il processo di rimozione del tensioattivo anionico SLES dai terreni provenienti dallo scavo meccanizzato in sotterraneo, dove vengono utilizzate ingenti quantità di agenti schiumogeni. Indagini combinate di bioaccrescimento, biodegradazione ed ecotossicologiche (batterio Aliivibrio fischeri), hanno dimostrato che l’utilizzo del BC accelera di circa sei volte la degradazione del tensioattivo contenuto nel terreno appena scavato rispetto alla biodegradazione naturale, ottenendo un materiale non ecotossico in poche ore che può essere riutilizzato prontamente ed in sicurezza come sottoprodotto per diversi scopi, con significativi benefici economici e ambientali.
DOI:10.3389/fmicb.2021.740118 (Luisa Patrolecco CNR-ISP)
Published on Frontiers in Microbiology a study whose purpose was to test the capability of a pre-selected bacterial consortium (BC) to enhance the removal process of the anionic surfactant SLES from the soil debris produced during the mechanized underground excavation, where large quantities of foaming agents are used. Combined bio-augmentation, biodegradation and ecotoxicological (bacterium Aliivibrio fischeri) investigations, have shown that the use of BC accelerates by about six times the degradation of the surfactant contained in the freshly excavated soil compared to natural biodegradation, obtaining a non-ecotoxic material that can be promptly and safely reused as a by-product for various purposes, with significant economic and environmental benefits.
Pubblicato su Frontiers in Microbiology uno studio il cui scopo è stato testare la capacità di un consorzio batterico (BC) preselezionato di migliorare il processo di rimozione del tensioattivo anionico SLES dai terreni provenienti dallo scavo meccanizzato in sotterraneo, dove vengono utilizzate ingenti quantità di agenti schiumogeni. Indagini combinate di bioaccrescimento, biodegradazione ed ecotossicologiche (batterio Aliivibrio fischeri), hanno dimostrato che l’utilizzo del BC accelera di circa sei volte la degradazione del tensioattivo contenuto nel terreno appena scavato rispetto alla biodegradazione naturale, ottenendo un materiale non ecotossico in poche ore che può essere riutilizzato prontamente ed in sicurezza come sottoprodotto per diversi scopi, con significativi benefici economici e ambientali.
Published on Frontiers in Microbiology a study whose purpose was to test the capability of a pre-selected bacterial consortium (BC) to enhance the removal process of the anionic surfactant SLES from the soil debris produced during the mechanized underground excavation, where large quantities of foaming agents are used. Combined bio-augmentation, biodegradation and ecotoxicological (bacterium Aliivibrio fischeri) investigations, have shown that the use of BC accelerates by about six times the degradation of the surfactant contained in the freshly excavated soil compared to natural biodegradation, obtaining a non-ecotoxic material that can be promptly and safely reused as a by-product for various purposes, with significant economic and environmental benefits. DOI:10.3389/fmicb.2021.740118 (Luisa Patrolecco CNR-ISP)
Gli ambienti polari mostrano un’elevata biodiversità sia su scala spazio-temporale sia nei diversi livelli di organizzazione biologica, dalle molecole all’intero ecosistema. I recenti e rapidi cambiamenti climatici e ambientali rendono urgente la necessità di comprendere la risposta delle comunità biologiche e l’impatto su di esse a breve e lungo termine. In questo contesto, i ricercatori dell’ISP affrontano lo studio di diversi aspetti bio-ecologici nell’ecosistema marino e terrestre di entrambi i poli. La ricerca si sviluppa su quattro campi di indagine principali a volte interconnessi tra loro.
Le comunità biologiche polari sono generalmente sottoposte all’influenza di diversi fattori concomitanti alla bassa temperatura, quali essiccamento, copertura di ghiaccio, scarsa disponibilità di nutrienti, esposizione a radiazioni solari nocive (ad esempio radiazioni UV-B), fotoperiodi estremamente variabili e, in casi specifici, elevate salinità e stress osmotico. La biodiversità garantisce il funzionamento di tutti gli ecosistemi, per cui studiare le proprietà e l’evoluzione temporale degli ecosistemi polari costituisce uno strumento di fondamentale importanza per migliorare le nostre conoscenze sullo stato attuale e per predirne il futuro, anche in relazione ai cambiamenti climatici. L’analisi e il monitoraggio della biodiversità delle comunità biologiche e delle loro dinamiche ecologiche costituiscono il punto focale di questa tematica di ricerca. Di particolare interesse è anche lo studio dei meccanismi di adattamento morfologico-funzionale adottati dagli organismi polari per la sopravvivenza in condizioni estreme.
Title: Bioconstructional organisms from the Ross Sea under climate change: ecosystems and oasis of biodiversity to monitor and protect
Acronym: BIOROSS
Research Unit Leader ISP: Paolo Montagna
Leading Institution: ENEA
Funding: Ministero Università e Ricerca - Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (MUR-PNRA)
Period of activity: 2020 - 2023
Title: Benthic filter-feeding Invertebrates from the Arctic as accumulators of Pollutants and tolerant bacterial communities (Grant Agreement No. 730938)
Acronym: BIP
Principal Investigator ISP: Angelina Lo Giudice
Leading Institution: Institute of Polar Sciences (CNR-ISP)
Funding: INTER-ACT
Period of activity: 2020 - 2022
Dottorando in Scienze Polari presso l'Università Ca' Foscari di Venezia, dove ha precedentemente conseguito la laurea magistrale in Scienze Ambientali. Il suo progetto di ricerca mira a comprendere se nel recente periodo le Svalbard abbiano realmente cambiato il loro regime climatico definendone le potenziali conseguenze associate.
25 Settembre 2023
Lo scorso 6 settembre è stata installata nel Kongsfjorden, alle Isole Svalbard - Artico, la boa oceanografica Italia, che misura e trasmette in real time dati oceanografici e meteo marini da uno dei principali hot spot climatici a livello globale. La boa, che acquisisce dati in continuo di alcune delle principali variabili essenziali per l’osservazione dell’oceano e dell’atmosfera (air temperature, dew point, air pressure, relative humidity, net radiation, wind speed and direction, sea surface temperature), rappresenta ad oggi l’unica boa oceanografica italiana in esercizio in acque internazionali. L’operazione è gestista dai ricercatori dell'Istituto di scienze polari (CNR-ISP) di Bologna con il supporto della Base Dirigibile Italia e della ditta Communication Technology di Cesena.
Comunicato stampa CNR - Federico Giglio (CNR-ISP)
Ha conseguito il dottorato di ricerca in fisica all'Università di Heidelberg nel 2011. Ha lavorato nella ricerca su carote di ghiaccio e glaciologia presso varie istituzioni in Germania, USA e Austria prima di ricevere una Marie Skłodowska-Curie fellowship all'Università Ca’Foscari di Venezia (www.unive.it/gold-ice).
Ha partecipato a numerose spedizioni su ghiacciai remoti delle Alpi europee, del Kilimangiaro, della Groenlandia e dell'Antartide. Recentemente si è concentrato sulla ricerca su carote di ghiaccio con ablazione laser (LA-ICP-MS).
Dove siamo: la sede secondaria dell’Istituto di Scienze Polari di Bologna è ubicata nell’Area della Ricerca di Bologna. Gli spazi ISP occupano una superficie complessiva (uffici e laboratori) di circa 300 m2, distribuita tra 2 edifici, in parte condivisi con il personale ISAC (Istituto di Scienza dell’Atmosfera e del Clima) ed ISMAR (Istituto di Scienze Marine).
Come raggiungerci:
- in treno: dalla stazione ferroviaria di Bologna Centrale potete prendere un taxi che in 5 minuti vi condurrà a destinazione, oppure potete prendere l’autobus nr. 87 oppure nr. 37;
- in auto: dall’autostrada prendete l’uscita Bologna Arcoveggio, dalla tangenziale prendete l’uscita n. 5 Quartiere Lame;
- in aereo: dall’aeroporto Guglielmo Marconi potete prendere la navetta Aerobus BLQ, in coincidenza con gli autobus di linea, oppure potete prendere un taxi (cotabo.it, tel. 051-372727 oppure taxibologna.it, tel. 051-4590) che in 10 minuti circa vi condurrà a destinazione.
ISP - Sede di Bologna
Responsabile
Dr Stefano Miserocchi
E-mail: responsabile_bo AT isp.cnr.it
c/o Area della Ricerca di Bologna
Via P. Gobetti, 101 - 40129 Bologna (BO)
Tel: +39 051 6398 880
Fax: +39 051 6398 939
MAPPA
Avviso Bando di concorso per l’ammissione al Dottorato di ricerca, 37° ciclo, a.a. 2021-22, Borse addizionali PON ai sensi del DM 1061 del 10 agosto 2021 dell'Università di Siena.
Scadenza entro le ore 10 del giorno 8 novembre 2021.
7 Febbraio 2023
Dal gelo antartico una recente scoperta di brine ipersaline endoglaciali rinforza l’interesse verso questi peculiari crioecosistemi, considerati analoghi terrestri di quelli potenzialmente presenti su altri pianeti del nostro sistema solare. I ricercatori della sede di Messina dell’Istituto di Scienze Polari (CNR-ISP) lavorano su questa tematica pionieristica dal 2013, in collaborazione con il team di ricerca del Prof. Mauro Guglielmin dell’Università dell’Insubria, ed il risultato delle indagini più recenti è stato pubblicato sulla rivista Scientific Reports. La ricerca è stata condotta non lontano dalla Stazione Mario Zucchelli, sul ghiacciaio di Boulder Clay, dall’ISP di Messina in collaborazione con le Università dell’Insubria, Perugia, Venezia e Bolzano, nell'ambito del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (PNRA). La diversità microbica accoppiata a quella geochimica ha rivelato un'unicità di habitat rispetto a tutte le altre brine ipersaline antartiche finora studiate ed ha suggerito una probabile origine antica dovuta principalmente a una progressiva crioconcentrazione di acqua marina. Comunicato stampa CNR
Ministero dell'Universita e Ricerca
Programma Ricerche Artico
Programma Nazionale di Ricerca in Antartide
Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale
L'Italia e l’Artico
L’Italia e l’Antartide
CNR-ISP
Consiglio Nazionale delle Ricerche
Istituto di Scienze Polari
c/o Campus Scientifico - Università Ca' Foscari Venezia - Via Torino, 155 - 30172 VENEZIA MESTRE (VE)
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