26 Luglio 2020
Le misure della Amundsen-Nobile Climate Change Tower (CCT) del CNR confermano l'ondata di calore che ha investito le Isole Svalbard e che ha avuto il suo picco nella giornata di sabato 25 luglio.
La temperatura misurata alla CCT ha superato i 18 °C, battendo il precedente record registrato dalla nostra torre pari a 16.9 °C, del 6 luglio 2019.
Curiosamente, questo è stato anche l'anno in cui abbiamo misurato la temperatura più bassa: -31.4 °C (11 marzo 2020).
(Mauro Mazzola CNR-ISP)
I dati in tempo reale dalla CCT
Ricercatore all’Istituto di Scienze Polari (ISP) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) da luglio 2020. In precedenza è stato ricercatore presso l’Università Ca’ Foscari Venezia e presso l’Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale (ISPRA). Ha conseguito il Dottorato di Ricerca in Scienze Ambientali nel 2010 presso all’Università Ca’ Foscari Venezia, con una tesi dal titolo Modelli di distribuzione dell’habitat per la gestione di specie lagunari di interesse alieutico e conservazionistico. Il suo lavoro si è sviluppato nell’ambito di diversi progetti di ricerca internazionali (FP7, Horizon 2020, Interreg) e nazionali (PRIN) e i suoi principali temi di ricerca sono: 1) Analisi della distribuzione spaziale di specie vegetali ed animali in ambienti acquatici costieri; 2) ecologia delle comunità degli ambienti acquatici di transizione; 3) Indicatori di stato ecologico basati sulla fauna ittica; 4) modelli ecologici per l’analisi delle reti trofiche; 5) Impatto dei cambiamenti climatici sugli ecosistemi acquatici.
Google Scholar https://orcid.org/0000-0002-5431-6751 ResearchGate
Nel 2019, grazie ad un finanziamento dedicato da parte del Ministro dell’Università e della Ricerca, l’Italia si è dotata per la prima volta di una nave da ricerca con capacità rompighiaccio per poter svolgere attività in aree polari. Alla nave è stato dato il nome Laura Bassi in onore della prima donna al mondo che, nel 18° secolo, ottenne una cattedra accademica all’Università di Bologna.
La nave, di proprietà dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale (OGS) di Trieste, è finanziata per svolgere le attività previste dal Programma Nazionale di Ricerca in Antartide (PNRA) ma è a supporto di tutta la comunità scientifica grazie a un accordo tra i principali Enti nazionali che studiano le aree polari e ne gestiscono le infrastrutture (OGS, CNR ed ENEA). L’utilizzo della N/R Laura Bassi è anche inserito nel piano strategico del Programma di Ricerca in Artico (PRA).
La nave ha effettuato la sua prima spedizione nel mare di Ross nell’estate australe 2019-20. Attualmente si sta procedendo ad un profondo programma di potenziamento strumentale dell’infrastruttura, anche con il contributo di personale dell’ISP, per trasformarla in una moderna piattaforma scientifica multipurpose per coprire i diversi ambiti della ricerca marina, dall’oceanografia fisica, chimica e biologica alla paleoceanografia, dalla geofisica e geologia marina alla chimica e fisica dell’atmosfera.
Per maggiori informazioni visita il sito OGS
Il fenomeno delle alghe rosse sulla neve è noto da tempo. Alghe nivali come la Chlamydomonas nivalis colorano di rosso la neve durante la primavera e l'estate sia alle medie latitudini che ai poli. Esiste relativamente poca letteratura scientifica riguardo questo fenomeno, il quale ha il diretto effetto di accelerare la fusione delle neve e del ghiaccio.
Quest'anno, la colorazione rossa è stata "avvistata" in varie zone delle Alpi Europee. In particolare, la neve al ghiacciaio del Presena (Trentino-AltoAdige) ha assunto una decisa colorazione rossa che ha destato l'attenzione degli escursionisti e degli operatori degli impianti di risalita. La presenza di queste alghe sulla neve provoca una diminuzione di albedo (o riflettività) della neve stessa, e induce un maggiore assorbimento di radiazione ed una fusione accelerata. (Continua .....)
Il fenomeno delle alghe rosse sulla neve è noto da tempo. Alghe nivali come la Chlamydomonas nivalis colorano di rosso la neve durante la primavera e l'estate sia alle medie latitudini che ai poli. Esiste relativamente poca letteratura scientifica riguardo questo fenomeno, il quale ha il diretto effetto di accelerare la fusione delle neve e del ghiaccio.
Quest'anno, la colorazione rossa è stata "avvistata" in varie zone delle Alpi Europee. In particolare, la neve al ghiacciaio del Presena (Trentino-AltoAdige) ha assunto una decisa colorazione rossa che ha destato l'attenzione degli escursionisti e degli operatori degli impianti di risalita. La presenza di queste alghe sulla neve provoca una diminuzione di albedo (o riflettività) della neve stessa, e induce un maggiore assorbimento di radiazione ed una fusione accelerata. Il fenomeno è stato di recente studiato sia in Artico che in Antartide, e rappresenta una fonte di incertezza nei modelli di dinamica glaciale e nivale. In futuro, questo fenomeno potrebbe rivelarsi più intenso a causa dei cambiamenti climatici. Infatti, scarse precipitazioni nevose durante l’inverno e alte temperature priverili/estive creano il perfetto ambiente per lo sviluppo di queste alghe.
6 Luglio 2020
In un lavoro pubblicato su Scientific Reports, i ricercatori dell’Istituto di scienze polari del Consiglio nazionale delle ricerche (CNR-ISP) assieme ai colleghi dell’Università Ca’ Foscari Venezia, dello U.S. Geological Survey di Denver, dell’Università di Grenoble e dell’Istituto di geografia dell’Accademia russa di scienze hanno analizzato il contenuto di una carota prelevata sul ghiacciaio del monte Elbrus in Caucaso in idrocarburi policiclici aromatici (PAHs) - traccianti classici della contaminazione umana derivanti principalmente dalla combustione - e in fragranze utilizzate quotidianamente per la cura della persona - i cosiddetti inquinanti emergenti - ricavando i corrispondenti profili di concentrazione dagli anni ’30 del 1900 fino al 2005.
Comunicato stampa CNR
EOS - AGU : Fragrances in an Ice Core Tell a Story of Human Activity
Laureato in Scienze Ambientali all'Università Milano-Bicocca. Nella stessa Università ha conseguito del 2016 il Dottorato di ricerca ed è stato assegnista di ricerca fino al 2020. Nel 2017 ha svolto un periodo di ricerca al Centre National de la Recherche Scientifique (CNRS) a Grenoble in Francia. Nel 2019 e 2020 è stato visiting scientist alla Chiba University e al Meteorological Research Institute (Tsukuba) in Giappone.
Da Luglio 2020 è Ricercatore all'Istituto di Scienze Polari (ISP) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Durante il suo percorso accademico si è occupato di remote sensing della criosfera, con particolare attenzione alle proprietà ottiche e termiche di ghiaccio e neve in relazione alla presenza di impurità organiche e inorganiche.
Il dott. Di Mauro ha partecipato a progetti nazionali ed internazionali finanziati dall'Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e dalla European Space Agency (ESA). Attualmente, è coordinatore del progetto BioGeoAlbedo, supportato dal Programma Nazionale di Ricerca in Antartide (PNRA).
Google Scholar
L’Istituto di Scienze Polari (ISP) del Consiglio Nazionale delle Ricerche è nato il 1° giugno del 2019 con il provvedimento n.81 del 31/05/2019 del Presidente Inguscio. L’idea di un Istituto Polare affonda le sue radici nelle attività di ricerca, che sono andate ampliandosi nel tempo, a partire dai primi anni della ricerca antartica nell’ormai lontano 1985. La costruzione della base italiana in Antartide (Stazione MZS) prima e della base in Artico (Stazione DI) poi, ha consentito lo sviluppo di ormai due generazioni di ricercatori polari che hanno fatto di questi ambienti remoti il loro laboratorio naturale e la loro casa lontano da casa.
Sin dalle sue prime spedizioni del 1968, 1973 e 1978 il CNR ha favorito e fiancheggiato l’azione diplomatica del MAECI che ha portato alla adesione dell’Italia al Trattato Antartico, ha contribuito all’individuazione del sito in cui costruire la stazione italiana Mario Zucchelli e sta attualmente coordinando le linee di attività scientifica del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (PNRA). L’implementazione delle ricerche in Antartide è svolta dalla comunità scientifica nazionale e coinvolge per il 51% gruppi di ricerca delle università, per il 23% gruppi di ricerca del CNR, per il 9% INGV per il 5% dell'ENEA, per il 4 % l’OGS e I'INAF e per il restante 4% di altri enti.
Le priorità scientifiche individuate nell’ambito del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide, hanno per lo più carattere multidisciplinare, e sono riconducibili attorno ai seguenti temi: dinamica dell’atmosfera e processi climatici, dinamica della calotta polare, dinamica della terra solida, dinamica degli oceani polari, relazioni Sole-Terra e space-weather, l'universo sopra l'Antartide, evoluzione, adattamento e biodiversità, l’uomo in ambienti estremi, contaminazione ambientale, paleoclima, problematiche e rischi ambientali, tecnologia: innovazione e sperimentazione. In molte di queste aree di ricerca l’attività del CNR, grazie alla propria rete di ricerca, è di ottimo livello, seppur ancora frammentata in numerosi istituti afferenti a vari dipartimenti.
24 Giugno 2020
La Campagna oceanografica "High North" 2020 è organizzata dalla Marina Militare e dall'Istituto idrografico della marina con destinazione Artico. (22 Giugno - 28 Luglio 2020)
Il CNR concorre alla campagna tramite l'Istituto di Scienze Polari (ISP) e l'Istituto di Scienze Marine (ISMAR).
Comunicato stampa CNR sull'inizio della campagna
Comunicato della Marina Militare sulla chiusura della campagna
La nave Alliance (credits: Marina Militare)
The waters offshore southwestern Australia, in particular the Bremer Marine Park, are already known as a biodiversity hotspot of marine species such as whales and dolphins, however, a recent expedition on board the R/V Falkor has now revealed rich and diverse ecosystems inhabiting the cold deep waters within the canyon. Led by researchers from the University of Western Australia (UWA) and the Institute of Polar Sciences (CNR-ISP) in Italy, these discoveries were only made possible by the philanthropic Schmidt Ocean Institute’s (SOI) deep-sea remotely operated vehicle, SuBastian, which is capable of sampling depths to 4,500 meters.
Ministero dell'Universita e Ricerca
Programma Ricerche Artico
Programma Nazionale di Ricerca in Antartide
Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale
L'Italia e l’Artico
L’Italia e l’Antartide
CNR-ISP
Consiglio Nazionale delle Ricerche
Istituto di Scienze Polari
c/o Campus Scientifico - Università Ca' Foscari Venezia - Via Torino, 155 - 30172 VENEZIA MESTRE (VE)
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