Intervento nell'evento "Oltre 30 anni di sfide" proposto tra i pre-eventi del progetto europeo NET 2021 (ScieNcE Together), coordinato dal Cnr e finanziato dalla Commissione Europea nel programma H2020-MSCA-NIGHT-2020bis G.A. 101036127. L'iniziativa, è stata proposta da Cnr e PNRA in collaborazione con l'evento "Un pozzo di scienza", all'interno del progetto didattico "La Grande Macchina del Mondo" del Gruppo Hera, ed ha coinvolto 1400 ragazzi.
All'evento ha partecipato Nicoletta Ademollo (CNR-ISP) - Video
22 Novembre 2024
I coordinatori di diversi network di collaborazione sui processi climatici in Artico e Antartide hanno rilasciato un comunicato stampa che è stato letto al Cryosphere Pavillon della COP29, svoltosi in Azerbaijan. Nel comunicato si ricordano i rischi legati ai cosiddetti tipping point nelle aree polari e si invita a riprendere in mano gli ambiziosi obiettivi di mitigazione dell'Accordo di Parigi. Molti ricercatori CNR sono coinvolti nelle iniziative di queste comunità internazionali di ricerca.
Nuovo articolo di approccio innovativo su Nature Communications Earth & Environment.
La degradazione del permafrost artico è una preoccupazione crescente, che cambia gli equilibri ambientali e nelle comunità locali. Con la collaborazione tra scienziati e residenti, la ricerca offre un’ampia prospettiva sui rischi derivanti dalla degradazione del permafrost e su come si stia manifestando nelle diverse aree artiche. Il CNR-ISP ha contribuito al processo, particolarmente per lo studio della distribuzione dei contaminanti e i fattori di cambiamento geomorfologici ed idrologici.
A transdisciplinary, comparative analysis reveals key risks from Arctic permafrost thaw: the new innovative article on Nature Communications Earth & Environment.
Permafrost thaw is a growing concern in the Arctic, threatening the environment and local communities. With the collaboration of local people and scientists, the research offers a broad perspective on the risks of permafrost thaw and how they are unfolding in different Arctic areas.
Rachele Lodi (CNR-ISP) - A transdisciplinary, comparative analysis reveals key risks from Arctic permafrost thaw doi.org/10.1038/s43247-024-01883-w
Nuovo articolo di approccio innovativo su Nature Communications Earth & Environment.
La degradazione del permafrost artico è una preoccupazione crescente, che cambia gli equilibri ambientali e nelle comunità locali. Con la collaborazione tra scienziati e residenti, la ricerca offre un’ampia prospettiva sui rischi derivanti dalla degradazione del permafrost e su come si stia manifestando nelle diverse aree artiche. Il CNR-ISP ha contribuito al processo, particolarmente per lo studio della distribuzione dei contaminanti e i fattori di cambiamento geomorfologici ed idrologici.
A transdisciplinary, comparative analysis reveals key risks from Arctic permafrost thaw: the new innovative article on Nature Communications Earth & Environment.
Permafrost thaw is a growing concern in the Arctic, threatening the environment and local communities. With the collaboration of local people and scientists, the research offers a broad perspective on the risks of permafrost thaw and how they are unfolding in different Arctic areas.
Rachele Lodi (CNR-ISP) - A transdisciplinary, comparative analysis reveals key risks from Arctic permafrost thaw doi.org/10.1038/s43247-024-01883-w
L’Istituto di Scienze Polari è stato coinvolto dall’Istituto per la Tecnologia delle Membrane del CNR al fine di realizzare un libro, edito da Elsevier (2023), sul tema dello studio delle tecnologie delle membrane per la protezione ambientale e per la salute pubblica. In particolare, le nostre ricercatrici e i nostri ricercatori hanno curato scientificamente la stesura di due capitoli dedicati, rispettivamente, ai contaminanti organici e inorganici nelle acque. Nello specifico, la realizzazione dei 2 capitoli è stata possibile, grazie alla collaborazione con colleghi del CNR Istituto di Ricerca Sulle Acque, Università Ca' Foscari Venezia, Università della Calabria, Università degli Studi "Magna Graecia" di Catanzaro e la University of West Attica (Grecia).
30 Novembre 2023
Un nuovo atlante di tutto il permafrost presente nella zona artica, sopra e sotto il livello del mare. È il risultato del progetto Nunataryuk, finanziato dall’UE, al quale partecipano 26 istituzioni provenienti da 14 nazioni diverse. Coordinato dall’Alfred Wegener Institute (AWI), vede un contributo rilevante dell’Istituto di scienze polari del CNR per quanto riguarda l’analisi dei contaminanti organici presenti in ambiente artico.
Nell’area artica il disgelo è quattro volte superiore a quello che avviene in altre aree del Mondo. Il permafrost ospita anche contaminanti e agenti patogeni congelati che possono essere rilasciati con l'aumento delle temperature, presentando potenziali rischi per la salute degli abitanti della regione, e più in generale di tutti gli organismi viventi dell’area. Le temperature più alte stanno lasciando il segno, con il disgelo del permafrost che causa l’erosione delle coste, l’alterazione degli ecosistemi, danni alle infrastrutture e un impatto sulla vita e sui mezzi di sussistenza della popolazione residente, spiega Carlo Barbante, direttore del CNR-ISP.
Nota stampa CNR
Immagine - (Frozen grounds permafrost in the Arctic)
30 Novembre 2023
Un nuovo atlante di tutto il permafrost presente nella zona artica, sopra e sotto il livello del mare. È il risultato del progetto Nunataryuk, finanziato dall’UE, al quale partecipano 26 istituzioni provenienti da 14 nazioni diverse. Coordinato dall’Alfred Wegener Institute (AWI), vede un contributo rilevante dell’Istituto di scienze polari del CNR per quanto riguarda l’analisi dei contaminanti organici presenti in ambiente artico.
Nell’area artica il disgelo è quattro volte superiore a quello che avviene in altre aree del Mondo. Il permafrost ospita anche contaminanti e agenti patogeni congelati che possono essere rilasciati con l'aumento delle temperature, presentando potenziali rischi per la salute degli abitanti della regione, e più in generale di tutti gli organismi viventi dell’area. Le temperature più alte stanno lasciando il segno, con il disgelo del permafrost che causa l’erosione delle coste, l’alterazione degli ecosistemi, danni alle infrastrutture e un impatto sulla vita e sui mezzi di sussistenza della popolazione residente, spiega Carlo Barbante, direttore del CNR-ISP.
Nota stampa CNR
Immagine - (Frozen grounds permafrost in the Arctic)
Nel corso di tale evento, che fa parte degli eventi del Centenario del CNR, studenti delle scuole superiori, docenti ed amministratori locali parteciperanno ad un incontro in cui si parlerà delle attività di ricerca svolte dal personale del CNR all’interno dei laboratori dell’area territoriale del Consiglio nazionale delle ricerche.
In tale contesto, i ricercatori di CNR-ISP Roma-Montelibretti (Francesca Spataro, Jasmin Rauseo, Tanita Pescatore, Paolo Plini, Rosamaria Salvatori, Sabina di Franco, Emiliana Valentini) presenteranno una mostra dal titolo Tra i ghiacci polari per studiare la Terra dove tramite pannelli e filmati saranno illustrati le caratteristiche, similitudini e peculiarità delle aree polari e le attività di ricerca svolte. Programma 27 settembre 2023 - Mappa
Un recente studio condotto da ricercatrici del CNR-ISP (sede di Roma) e pubblicato sulla rivista Marine Pollution Bulletin ha svelato nuove e preoccupanti evidenze sulla presenza di contaminanti organici persistenti nei sedimenti marini del Kongsfjorden, nelle Isole Svalbard - Artico. La ricerca, che si è sviluppata nell’arco di cinque anni (2018-2022), ha identificato sia contaminanti banditi da tempo, come PCB, DDT e HCH, sia sostanze ancora in uso, tra cui pesticidi di uso corrente. L’indagine ha inoltre permesso di tracciare l’origine e analizzare la distribuzione spaziale e temporale di questi composti nell’ecosistema del fiordo artico. Particolarmente rilevante è stata la scoperta di pesticidi come clorpirifos e dacthal, mai rilevati prima nei sedimenti marini artici. Questi risultati sollevano gravi interrogativi sulla salute degli ecosistemi marini dell’Artico e ribadiscono l’urgenza di approfondire l’impatto di tali contaminanti sul fragile equilibrio del Kongsfjorden. Ciò assume ulteriore importanza alla luce del fatto che, nonostante gli sforzi internazionali per limitare l’uso di sostanze pericolose, molti contaminanti vietati continuano a essere rinvenuti persino in aree remote come l’Artico. Questo studio rappresenta un monito sui rischi globali legati alla persistenza di queste sostanze e sul loro potenziale impatto a lungo termine sugli ecosistemi più vulnerabili del pianeta. (English version)
Tanita Pescatore, Luisa Patrolecco (CNR-ISP) - Persistent organic pollutants (POPs) in marine sediments of the Arctic fjord Kongsfjorden, Svalbard Islands doi.org/10.1016/j.marpolbul.2024.117407
Laureata in Scienze biologiche (2006) presso l'Università Sapienza di Roma, ha conseguito il Dottorato in Ecologia e gestione delle Risorse Naturali (2013) presso l’Università Tuscia di Viterbo.
È entrata recentemente come ricercatrice al CNR presso l’Istituto di Scienze Polari (2020) nella sede di Roma (Montelibretti) ed è docente di Telerilevamento e GIS per il Corso di Laurea Magistrale in Ecobiologia all’Università Sapienza di Roma.
Ha iniziato la sua attività scientifica con studi sugli impatti antropici in ambienti marini e costieri e nel 2011 è entrata a tempo pieno ed indeterminato nel team di collaboratori tecnici della ricerca dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale come esperta in ecologia ed applicazioni geospaziali ai monitoraggi ambientali. La sua ricerca spazia dalla sfera terrestre a quella acquatica ed include l’uso di principi e tecniche di telerilevamento e analisi spaziale nei campi dell’ecologia, geografia e scienze ambientali. Sviluppa modelli integrati per la valutazione dei servizi eco sistemici, la stima del capitale naturale ed il monitoraggio delle risorse naturali prendendo in considerazione le interazioni della bio-geosfera a diverse scale e considerando i pattern spaziali ed i processi temporali che caratterizzano il paesaggio. Ha esperienza in progetti di ricerca e di capacity building nazionali ed internazionali, nella realizzazione di pubblicazioni e nella divulgazione in contesti scientifici. Partecipa attivamente al gruppo di lavoro GEOBON Ecosystem Structure e a tavoli tecnici di supporto al programma Europeo Copernicus e Space Economy nazionale.
10 Maggio 2021
Pubblicati su Environmental Science and Pollution Research e Water due studi finalizzati a valutare l’eco-compatibilità delle terre prodotte durante lo scavo meccanizzato in sotterraneo per la realizzazione di grandi opere ingegneristiche (ad es. tunnel ferroviari) e contenenti ingenti quantità di prodotti schiumogeni utilizzati come lubrificanti nel processo di scavo (in particolare il tensioattivo anionico SLES). Indagini combinate su persistenza ambientale del tensioattivo e possibili effetti ecotossicologici su diversi organismi acquatici e terrestri, consentono di poter riutilizzare tali terre anche per scopi ambientali senza rischi per gli ecosistemi, recuperando una risorsa naturale non rinnovabile, nel contesto dell’economia circolare, ed evitando la produzione di rifiuti. (Luisa Patrolecco CNR-ISP) (Leggi tutto .....)
10 Maggio 2021
Pubblicati su Environmental Science and Pollution Research e Water due studi finalizzati a valutare l’eco-compatibilità delle terre prodotte durante lo scavo meccanizzato in sotterraneo per la realizzazione di grandi opere ingegneristiche (ad es. tunnel ferroviari) e contenenti ingenti quantità di prodotti schiumogeni utilizzati come lubrificanti nel processo di scavo (in particolare il tensioattivo anionico SLES). Indagini combinate su persistenza ambientale del tensioattivo e possibili effetti ecotossicologici su diversi organismi acquatici e terrestri, consentono di poter riutilizzare tali terre anche per scopi ambientali senza rischi per gli ecosistemi, recuperando una risorsa naturale non rinnovabile, nel contesto dell’economia circolare, ed evitando la produzione di rifiuti. (Luisa Patrolecco CNR-ISP) (Leggi tutto .....)
Nato a Vibo Valentia. Attualmente Ricercatore (tempo indeterminato) presso l’Istituto di Scienze Polari del CNR sede di Venezia da giugno 2019.
- Laurea in Chimica,
- Master di II livello presso il Dipartimento di Ingegneria Chimica
- Scuola di Dottorato in Ingegneria Chimica, Ambientale e della Sicurezza (Università degli Studi di Roma “La Sapienza”), e Scuola di Dottorato in Scienze Chimiche presso l’Università di Ferrara dove ha conseguito il Dottorato di Ricerca.
Ha insegnato Chimica Generale e Inorganica, e Chimica Organica presso l’Università di Roma “La Sapienza” come Professore a contratto (2008-2019).
Precedentemente ha svolto attività di ricerca presso:
- Istituto per la Dinamica dei Processi Ambientali (CNR-IDPA) sede di Venezia,
- Istituto sull’Inquinamento Atmosferico (CNR-IIA) sede di Montelibretti (Roma), e successivamente sede di Rende (Cosenza),
- Istituto di Igiene “G. Sanarelli”/Dipartimento di Sanità Pubblica (Università di Roma “La Sapienza”).
Ha collaborato con differenti gruppi di ricerca in Italia e all'estero, sviluppando e ottimizzando strategie di campionamento attivo e passivo in atmosfera e metodi chimico-analitici per la determinazione di macro-elementi e microinquinanti organici e inorganici (Diossine, Furani, Policlorobifenili, Idrocarburi policiclici aromatici, Composti organici volatili e metalli pesanti). Ha utilizzato metodi cromatografici su matrici come emissioni industriali, aria ambiente, particolato atmosferico, deposizioni atmosferiche e acque (di mare e naturali).
I suoi interessi si sono focalizzati sulla quantificazione a bassi livelli di concentrazione dei contaminanti, studiando il loro trasporto, la dinamica, il destino e gli impatti ambientali, in aree urbane, rurali e remote. Negli ultimi anni si è concentrato sulla determinazione del mercurio a livelli di ultra-traccia usando tecniche di fluorescenza atomica, in atmosfera, nelle deposizioni atmosferiche, e nelle acque. Nell’ambito del progetto Global Mercury Observation System (GMOS) coordinato dal CNR-IIA, è stato responsabile delle misure del mercurio nelle deposizioni atmosferiche.
Al CNR-ISP, è membro del gruppo di lavoro per la gestione della logistica e delle attività di ricerca presso l'osservatorio di alta quota di Col Margherita (MRG) nelle Alpi orientali (Dolomiti Bellunesi), stazione all'interno del progetto iGosp (Integrated Global Observing Systems for Persistent Pollutants, del programma europeo ERA-PLANET (2017-2020). Ha preso parte a numerose campagne di misure in Italia e all’estero, ad una campagna oceanografica (Med-Oceanor) nel Mar Mediterraneo a bordo della nave oceanografica Urania come Capo-Missione e alle attività di ricerca (progetto iCUPE - Integrative and Comprehensive Understanding on Polar Environments) presso la Stazione Artica “Dirigibile Italia” del CNR come “Acting Station Leader” e “Field Scientist” a Ny Ålesund, isole Svalbard (Norvegia) (4 spedizioni, 2018-2022).
Per il triennio 2022-2025, è stato eletto come RSU (Rappresentanza Sindacale Unitaria) e come RLS (Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza) per gli Istituti di Ricerca CNR del territorio di Venezia.
Pubblicazioni Google Scholar Research gate
Dove: CNR-ISP Sede di Bologna
Tipologia: Tirocinio, Tesi di Laurea
Titolo: Variabilità dei flussi di materiale particellato nel mare Adriatico Meridionale
Tutor/Docente di riferimento: Dr. Stefano Miserocchi, tel. 051 639880, e-mail: stefano.miserocchi AT cnr.it
Ministero dell'Universita e Ricerca
Programma Ricerche Artico
Programma Nazionale di Ricerca in Antartide
Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale
L'Italia e l’Artico
L’Italia e l’Antartide
CNR-ISP
Consiglio Nazionale delle Ricerche
Istituto di Scienze Polari
c/o Campus Scientifico - Università Ca' Foscari Venezia - Via Torino, 155 - 30172 VENEZIA MESTRE (VE)
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