30 Maggio 2022
Le temperature sempre più elevate rappresentano una delle cause dell'incidente avvenuto sul massiccio del Gran Combin
(Renato Colucci e Jacopo Gabrieli - CNR-ISP)
SIOS offers a training course on how to effectively use hyperspectral remote sensing data acquired from satellites, from airborne campaigns and from the ground, and their associated tools and software in the context of research in Svalbard. General course information
Photo: CNR-ISP and IUSS under ASI License; Original PRISMA Product - © ASI - (2020). All rights reserved.
This autumn, SIOS will offer a training course on how to effectively use remote sensing data acquired from satellites, from the air or from the ground, and their associated tools and software in the context of terrestrial research in Svalbard. The course is intended for field scientists, Ph.D. students and technicians with no or little experience with remote sensing techniques. The training will be delivered by remote sensing experts from SIOS member institutions, international teachers and potential virtual talks from ESA experts.
Application deadline: 7 June 2020
SIOS Web page
Laurea magistrale in Scienze della Natura (Università degli Studi di Milano), dottorando di ricerca in Scienze e Tecnologie Ambientali, Geologiche e Polari (Università degli Studi di Siena) cofinanziato dal Museo Nazionale dell’Antartide (MNA). Posizione attuale: assegnista di ricerca presso l’Istituto di Scienze Polari del CNR (CNR-ISP) sede di Milano.
Attualmente la sua ricerca riguarda l’utilizzo di immagini satellitari per la stima delle proprietà ottiche e termiche dei ghiacciai ai margini della calotta Antartica nell’ambito del Progetto PNRA18 Bio-Geo Albedo feedback ai margini della calotta polare antartica. Precedentemente le ricerche hanno riguardato l’analisi tramite telerilevamento delle aree di ablazione in Antartide, ovvero di wind crust e blue ice, con particolare attenzione ai campi di megadune di neve sul plateau antartico. Ha partecipato a due corsi per dottorandi presso la University Centre in Svalbard (NO) con cui ha preso parte ad una campagna nell’isola Nordaustlandet. Come visiting PhD Student, ha trascorso un periodo presso il Finnish Meteorological Institue di Helsinki (FIN) e in qualità di tutor ha svolto circa 200 ore di laboratorio (triennale e magistrale) di Cartografia e Sistemi Informativi Territoriali presso l’Università degli Studi di Milano. Autore di sette pubblicazioni scientifiche su riviste internazionali.
Visione strategica, multidisciplinarità e interdisciplinarità indirizzate alla ricerca in ambienti estremi: queste le parole che guidano da tre anni l’Istituto di Scienze Polari, la sua missione e i suoi ricercatori. Quattro sedi principali sul territorio italiano, che raccolgono ricercatori e ricercatrici provenienti da ambiti di ricerca diversi.
Intensa attività di ricerca nelle regioni polari in Artico a Ny-Ålesund (Isole Svalbard) e in Antartide a Mario Zucchelli e Concordia. Collaborazioni con università, istituzioni, centri di ricerca, nazionali ed internazionali legami che rendono più forte e attivo l’Istituto. Cooperazione internazionale, che vede la presenza dei ricercatori dell’istituto in diversi organismi e tavoli di discussioni in importanti ambiti che si occupano di ricerca polare.
Per festeggiare questo compleanno di ISP, un ringraziamento va a tutte le ricercatrici e ricercatori, che nelle diverse forme contrattuali contribuiscono quotidianamente allo sviluppo delle conoscenza in ambito polare. Un prezioso ringraziamento va al personale amministrativo e tecnico che quotidianamente rende possibile con serietà, impegno e abnegazione lo svolgimento delle attività dell’Istituto costituendo un punto di riferimento per tutta la comunità.
Laurea in Scienze Geologiche (Università di Padova).
Posizione attuale: Ricercatore presso Istituto di Scienze Polari del CNR, Venezia.
In precedenza: Ricercatore presso Istituto per la Dinamica dei Processi Ambientali – CNR; borsa di studio presso Università Ca’ Foscari di Venezia; assegnista di ricerca presso “Institut de Biogeochimie Marine” - ENS – CNRS, France.
Si occupa di elementi in traccia in matrici reali (acque, particolato, sedimenti, aerosol, neve e ghiaccio) mediante spettrometria di massa a settore magnetico (ICP-SFMS) e a quadrupolo (CRC-ICP-MS); isotopi stabili (δD, δ13C, δ15N, δ18O) in acqua marina, neve/ghiaccio suoli e sedimenti mediante spettrometro di massa (IRMS). Caratterizzazione geochimica di masse d’acqua oceaniche; uso di terre rare come traccianti geochimici in sistemi naturali: in neve e ghiaccio per ricostruzioni paleoclimatiche, in aerosol come traccianti di aree sorgente. Valutazione chemiometrica dei dati.
Progetti di ricerca:
- Horizon2020: “Beyond Epica (2019-2025) - Beyond EPICA Oldest Ice Core: 1,5 Myr of greenhouse gas – climate feedbacks” – Ricercatore e membro del Management Support Team;
- PNRA (2017-2020): “EvASIon - Mercer and Whillans lakes: Evolution of hydrologically Active Subglacial environments” – Project Leader;
- PNRA (2012-2014): CaBiLA- Geochemical characterization of antarctic subglacial lakes) – Project Leader;
- Progetto Premiale ARCA: Arctic - present Climatic change and pAst extreme events;
- Regione Veneto: Q-ALiVe - Quality of Venetian Littoral Environment – Project Leader;
- PRIN15 (2017-2020): RESACC - Risposte di ecosistemi sensibili alpini ai cambiamenti climatici;
- PRIN09 (2012-2013): Arctica, referente per WP4.
Ha partecipato a campagne oceanografiche anche in regioni polari (2001 R/V Italica; 2005-2006 R/V Italica: responsabile di progetto). L’attività di ricerca è comprovata da più di 60 articoli su riviste internazionali (peer review) e 160 abstracts di comunicazioni/poster a congresso.
Profilo CNR People
Scopus - Author ID: 6602486850 http://orcid.org/0000-0003-3130-2901 WoS Researcher ID: O-2849-2015 Research Gate: Clara Turetta
Ha conseguito la laurea triennale in Scienze Ambientali (Università Ca' Foscari di Venezia) e successivamente la laurea magistrale in Scienze Ambientali seguendo il curriculum Monitoraggio e Risanamento dell'ambiente (Università Ca' Foscari di Venezia). Attualmente ha una posizione come assegnista di ricerca presso l'Istituto di Scienze Polari (CNR-ISP) situato a Marghera (VE). Il progetto di ricerca che sta seguendo appartiene al programma Horizon-CL6-2023 INNOVATIVE COMMUNITY ENGAGEMENT FOR BUILDING EFFECTIVE RESILIENCE AND ARCTIC OCEAN POLLUTION-CONTROL GOVERNANCE IN THE CONTEXT OF CLIMATE CHANGE (ICEBERG) per l'indagine di inquinanti organici POPs e microplastiche all'interno delle matrici neve-oceano.
Intervento nell'evento "Oltre 30 anni di sfide" proposto tra i pre-eventi del progetto europeo NET 2021 (ScieNcE Together), coordinato dal Cnr e finanziato dalla Commissione Europea nel programma H2020-MSCA-NIGHT-2020bis G.A. 101036127. L'iniziativa, è stata proposta da Cnr e PNRA in collaborazione con l'evento "Un pozzo di scienza", all'interno del progetto didattico "La Grande Macchina del Mondo" del Gruppo Hera, ed ha coinvolto 1400 ragazzi.
All'evento ha partecipato Nicoletta Ademollo (CNR-ISP) - Video
22 Novembre 2024
I coordinatori di diversi network di collaborazione sui processi climatici in Artico e Antartide hanno rilasciato un comunicato stampa che è stato letto al Cryosphere Pavillon della COP29, svoltosi in Azerbaijan. Nel comunicato si ricordano i rischi legati ai cosiddetti tipping point nelle aree polari e si invita a riprendere in mano gli ambiziosi obiettivi di mitigazione dell'Accordo di Parigi. Molti ricercatori CNR sono coinvolti nelle iniziative di queste comunità internazionali di ricerca.
Nuovo articolo di approccio innovativo su Nature Communications Earth & Environment.
La degradazione del permafrost artico è una preoccupazione crescente, che cambia gli equilibri ambientali e nelle comunità locali. Con la collaborazione tra scienziati e residenti, la ricerca offre un’ampia prospettiva sui rischi derivanti dalla degradazione del permafrost e su come si stia manifestando nelle diverse aree artiche. Il CNR-ISP ha contribuito al processo, particolarmente per lo studio della distribuzione dei contaminanti e i fattori di cambiamento geomorfologici ed idrologici.
A transdisciplinary, comparative analysis reveals key risks from Arctic permafrost thaw: the new innovative article on Nature Communications Earth & Environment.
Permafrost thaw is a growing concern in the Arctic, threatening the environment and local communities. With the collaboration of local people and scientists, the research offers a broad perspective on the risks of permafrost thaw and how they are unfolding in different Arctic areas.
Rachele Lodi (CNR-ISP) - A transdisciplinary, comparative analysis reveals key risks from Arctic permafrost thaw doi.org/10.1038/s43247-024-01883-w
Nuovo articolo di approccio innovativo su Nature Communications Earth & Environment.
La degradazione del permafrost artico è una preoccupazione crescente, che cambia gli equilibri ambientali e nelle comunità locali. Con la collaborazione tra scienziati e residenti, la ricerca offre un’ampia prospettiva sui rischi derivanti dalla degradazione del permafrost e su come si stia manifestando nelle diverse aree artiche. Il CNR-ISP ha contribuito al processo, particolarmente per lo studio della distribuzione dei contaminanti e i fattori di cambiamento geomorfologici ed idrologici.
A transdisciplinary, comparative analysis reveals key risks from Arctic permafrost thaw: the new innovative article on Nature Communications Earth & Environment.
Permafrost thaw is a growing concern in the Arctic, threatening the environment and local communities. With the collaboration of local people and scientists, the research offers a broad perspective on the risks of permafrost thaw and how they are unfolding in different Arctic areas.
Rachele Lodi (CNR-ISP) - A transdisciplinary, comparative analysis reveals key risks from Arctic permafrost thaw doi.org/10.1038/s43247-024-01883-w
L’Istituto di Scienze Polari è stato coinvolto dall’Istituto per la Tecnologia delle Membrane del CNR al fine di realizzare un libro, edito da Elsevier (2023), sul tema dello studio delle tecnologie delle membrane per la protezione ambientale e per la salute pubblica. In particolare, le nostre ricercatrici e i nostri ricercatori hanno curato scientificamente la stesura di due capitoli dedicati, rispettivamente, ai contaminanti organici e inorganici nelle acque. Nello specifico, la realizzazione dei 2 capitoli è stata possibile, grazie alla collaborazione con colleghi del CNR Istituto di Ricerca Sulle Acque, Università Ca' Foscari Venezia, Università della Calabria, Università degli Studi "Magna Graecia" di Catanzaro e la University of West Attica (Grecia).
30 Novembre 2023
Un nuovo atlante di tutto il permafrost presente nella zona artica, sopra e sotto il livello del mare. È il risultato del progetto Nunataryuk, finanziato dall’UE, al quale partecipano 26 istituzioni provenienti da 14 nazioni diverse. Coordinato dall’Alfred Wegener Institute (AWI), vede un contributo rilevante dell’Istituto di scienze polari del CNR per quanto riguarda l’analisi dei contaminanti organici presenti in ambiente artico.
Nell’area artica il disgelo è quattro volte superiore a quello che avviene in altre aree del Mondo. Il permafrost ospita anche contaminanti e agenti patogeni congelati che possono essere rilasciati con l'aumento delle temperature, presentando potenziali rischi per la salute degli abitanti della regione, e più in generale di tutti gli organismi viventi dell’area. Le temperature più alte stanno lasciando il segno, con il disgelo del permafrost che causa l’erosione delle coste, l’alterazione degli ecosistemi, danni alle infrastrutture e un impatto sulla vita e sui mezzi di sussistenza della popolazione residente, spiega Carlo Barbante, direttore del CNR-ISP.
Nota stampa CNR
Immagine - (Frozen grounds permafrost in the Arctic)
30 Novembre 2023
Un nuovo atlante di tutto il permafrost presente nella zona artica, sopra e sotto il livello del mare. È il risultato del progetto Nunataryuk, finanziato dall’UE, al quale partecipano 26 istituzioni provenienti da 14 nazioni diverse. Coordinato dall’Alfred Wegener Institute (AWI), vede un contributo rilevante dell’Istituto di scienze polari del CNR per quanto riguarda l’analisi dei contaminanti organici presenti in ambiente artico.
Nell’area artica il disgelo è quattro volte superiore a quello che avviene in altre aree del Mondo. Il permafrost ospita anche contaminanti e agenti patogeni congelati che possono essere rilasciati con l'aumento delle temperature, presentando potenziali rischi per la salute degli abitanti della regione, e più in generale di tutti gli organismi viventi dell’area. Le temperature più alte stanno lasciando il segno, con il disgelo del permafrost che causa l’erosione delle coste, l’alterazione degli ecosistemi, danni alle infrastrutture e un impatto sulla vita e sui mezzi di sussistenza della popolazione residente, spiega Carlo Barbante, direttore del CNR-ISP.
Nota stampa CNR
Immagine - (Frozen grounds permafrost in the Arctic)
Ministero dell'Universita e Ricerca
Programma Ricerche Artico
Programma Nazionale di Ricerca in Antartide
Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale
L'Italia e l’Artico
L’Italia e l’Antartide
CNR-ISP
Consiglio Nazionale delle Ricerche
Istituto di Scienze Polari
c/o Campus Scientifico - Università Ca' Foscari Venezia - Via Torino, 155 - 30172 VENEZIA MESTRE (VE)
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