Venerdì, 10 Luglio 2020 14:03

Zucchetta Matteo

Zucchetta Matteo Ricercatore all’Istituto di Scienze Polari (ISP) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) da luglio 2020. In precedenza è stato ricercatore presso l’Università Ca’ Foscari Venezia e presso l’Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale (ISPRA). Ha conseguito il Dottorato di Ricerca in Scienze Ambientali nel 2010 presso all’Università Ca’ Foscari Venezia, con una tesi dal titolo Modelli di distribuzione dell’habitat per la gestione di specie lagunari di interesse alieutico e conservazionistico. Il suo lavoro si è sviluppato nell’ambito di diversi progetti di ricerca internazionali (FP7, Horizon 2020, Interreg) e nazionali (PRIN) e i suoi principali temi di ricerca sono: 1) Analisi della distribuzione spaziale di specie vegetali ed animali in ambienti acquatici costieri; 2) ecologia delle comunità degli ambienti acquatici di transizione; 3) Indicatori di stato ecologico basati sulla fauna ittica; 4) modelli ecologici per l’analisi delle reti trofiche; 5) Impatto dei cambiamenti climatici sugli ecosistemi acquatici.

Google Scholar    ORCID https://orcid.org/0000-0002-5431-6751    ResearchGate

Mercoledì, 08 Luglio 2020 09:42

N/R Laura Bassi

Nel 2019, grazie ad un finanziamento dedicato da parte del Ministro dell’Università e della Ricerca, l’Italia si è dotata per la prima volta di una nave da ricerca con capacità rompighiaccio per poter svolgere attività in aree polari. Alla nave è stato dato il nome Laura Bassi in onore della prima donna al mondo che, nel 18° secolo, ottenne una cattedra accademica all’Università di Bologna.

La nave, di proprietà dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale (OGS) di Trieste, è finanziata per svolgere le attività previste dal Programma Nazionale di Ricerca in Antartide (PNRA) ma è a supporto di tutta la comunità scientifica grazie a un accordo tra i principali Enti nazionali che studiano le aree polari e ne gestiscono le infrastrutture (OGS, CNR ed ENEA). L’utilizzo della N/R Laura Bassi è anche inserito nel piano strategico del Programma di Ricerca in Artico (PRA). 

La nave ha effettuato la sua prima spedizione nel mare di Ross nell’estate australe 2019-20. Attualmente si sta procedendo ad un profondo programma di potenziamento strumentale dell’infrastruttura, anche con il contributo di personale dell’ISP, per trasformarla in una moderna piattaforma scientifica multipurpose per coprire i diversi ambiti della ricerca marina, dall’oceanografia fisica, chimica e biologica alla paleoceanografia, dalla geofisica e geologia marina alla chimica e fisica dell’atmosfera.

Per maggiori informazioni visita il sito OGS

Martedì, 07 Luglio 2020 08:13

Alghe rosse sul ghiacciaio del Presena

Alghe rosse sul ghiacciaio del Presena7 Luglio 2020

Il fenomeno delle alghe rosse sulla neve è noto da tempo. Alghe nivali come la Chlamydomonas nivalis colorano di rosso la neve durante la primavera e l'estate sia alle medie latitudini che ai poli. Esiste relativamente poca letteratura scientifica riguardo questo fenomeno, il quale ha il diretto effetto di accelerare la fusione delle neve e del ghiaccio. 

Quest'anno, la colorazione rossa è stata "avvistata" in varie zone delle Alpi Europee. In particolare, la neve al ghiacciaio del Presena (Trentino-AltoAdige) ha assunto una decisa colorazione rossa che ha destato l'attenzione degli escursionisti e degli operatori degli impianti di risalita. La presenza di queste alghe sulla neve provoca una diminuzione di albedo (o riflettività) della neve stessa, e induce un maggiore assorbimento di radiazione ed una fusione accelerata.  (Continua .....)

Martedì, 07 Luglio 2020 06:58

Alghe rosse sul ghiacciaio del Presena

Alghe rosse sul ghiacciaio del Presena7 Luglio 2020

Il fenomeno delle alghe rosse sulla neve è noto da tempo. Alghe nivali come la Chlamydomonas nivalis colorano di rosso la neve durante la primavera e l'estate sia alle medie latitudini che ai poli. Esiste relativamente poca letteratura scientifica riguardo questo fenomeno, il quale ha il diretto effetto di accelerare la fusione delle neve e del ghiaccio.

Quest'anno, la colorazione rossa è stata "avvistata" in varie zone delle Alpi Europee. In particolare, la neve al ghiacciaio del Presena (Trentino-AltoAdige) ha assunto una decisa colorazione rossa che ha destato l'attenzione degli escursionisti e degli operatori degli impianti di risalita. La presenza di queste alghe sulla neve provoca una diminuzione di albedo (o riflettività) della neve stessa, e induce un maggiore assorbimento di radiazione ed una fusione accelerata. Il fenomeno è stato di recente studiato sia in Artico che in Antartide, e rappresenta una fonte di incertezza nei modelli di dinamica glaciale e nivale. In futuro, questo fenomeno potrebbe rivelarsi più intenso a causa dei cambiamenti climatici. Infatti, scarse precipitazioni nevose durante l’inverno e alte temperature priverili/estive creano il perfetto ambiente per lo sviluppo di queste alghe.

monte Elbrus  - Caucaso6 Luglio 2020

In un lavoro pubblicato su Scientific Reports, i ricercatori dell’Istituto di scienze polari del Consiglio nazionale delle ricerche (CNR-ISP) assieme ai colleghi dell’Università Ca’ Foscari Venezia, dello U.S. Geological Survey di Denver, dell’Università di Grenoble e dell’Istituto di geografia dell’Accademia russa di scienze hanno analizzato il contenuto di una carota prelevata sul ghiacciaio del monte Elbrus in Caucaso in idrocarburi policiclici aromatici (PAHs) - traccianti classici della contaminazione umana derivanti principalmente dalla combustione - e in fragranze utilizzate quotidianamente per la cura della persona - i cosiddetti inquinanti emergenti - ricavando i corrispondenti profili di concentrazione dagli anni ’30 del 1900 fino al 2005.
Comunicato stampa CNR

EOS - AGU : Fragrances in an Ice Core Tell a Story of Human Activity 

Giovedì, 02 Luglio 2020 08:45

Di Mauro Biagio

Di Mauro Biagio Laureato in Scienze Ambientali all'Università Milano-Bicocca. Nella stessa Università ha conseguito del 2016 il Dottorato di ricerca ed è stato assegnista di ricerca fino al 2020. Nel 2017 ha svolto un periodo di ricerca al Centre National de la Recherche Scientifique (CNRS) a Grenoble in Francia. Nel 2019 e 2020 è stato visiting scientist alla Chiba University e al Meteorological Research Institute (Tsukuba) in Giappone.
Da Luglio 2020 è Ricercatore all'Istituto di Scienze Polari (ISP) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Durante il suo percorso accademico si è occupato di remote sensing della criosfera, con particolare attenzione alle proprietà ottiche e termiche di ghiaccio e neve in relazione alla presenza di impurità organiche e inorganiche.
Il dott. Di Mauro ha partecipato a progetti nazionali ed internazionali finanziati dall'Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e dalla European Space Agency (ESA). Attualmente, è coordinatore del progetto BioGeoAlbedo, supportato dal Programma Nazionale di Ricerca in Antartide (PNRA).

Google Scholar

Martedì, 30 Giugno 2020 12:43

Storia

L’Istituto di Scienze Polari (ISP) del Consiglio Nazionale delle Ricerche è nato il 1° giugno del 2019 con il provvedimento n.81 del 31/05/2019 del Presidente Inguscio. L’idea di un Istituto Polare affonda le sue radici nelle attività di ricerca, che sono andate ampliandosi nel tempo, a partire dai primi anni della ricerca antartica nell’ormai lontano 1985. La costruzione della base italiana in Antartide (Stazione MZS) prima e della base in Artico (Stazione DI) poi, ha consentito lo sviluppo di ormai due generazioni di ricercatori polari che hanno fatto di questi ambienti remoti il loro laboratorio naturale e la loro casa lontano da casa.
 

Martedì, 23 Giugno 2020 13:23

Artico: Campagna High North 2020

24 Giugno 2020

La Campagna oceanografica "High North" 2020 è organizzata dalla Marina Militare e dall'Istituto idrografico della marina con destinazione Artico. (22 Giugno - 28 Luglio 2020)


Il CNR concorre alla campagna tramite l'Istituto di Scienze Polari (ISP) e l'Istituto di Scienze Marine (ISMAR).
Comunicato stampa CNR sull'inizio della campagna

Comunicato della Marina Militare sulla chiusura della campagna

 

La nave Alliance (credits: Marina Militare)

23 June 2020

The waters offshore southwestern Australia, in particular the Bremer Marine Park, are already known as a biodiversity hotspot of marine species such as whales and dolphins, however, a recent expedition on board the R/V Falkor has now revealed rich and diverse ecosystems inhabiting the cold deep waters within the canyon. Led by researchers from the University of Western Australia (UWA) and the Institute of Polar Sciences (CNR-ISP) in Italy, these discoveries were only made possible by the philanthropic Schmidt Ocean Institute’s (SOI) deep-sea remotely operated vehicle, SuBastian, which is capable of sampling depths to 4,500 meters. 

Breve descrizione
Le attività sperimentali svolte presso il BioChem Lab della sede di Roma si focalizzano sullo studio degli effetti di microinquinanti organici normati ed emergenti su organismi appartenenti a diversi livelli trofici (dalle comunità microbiche agli organismi superiori) nel contesto dei cambiamenti climatici in corso. Sono incluse in tali attività determinazioni analitiche sul biota per valutare il bioaccumulo/biomagnificazione dei contaminanti di interesse. Studi sulla loro degradazione (determinazione del tempo di emivita DT50 e analisi dei metaboliti o prodotti di trasformazione dell’analita di interesse) tramite allestimento di esperimenti in scala di laboratorio. Valutazione degli effetti di contaminanti selezionati sia su specifici organismi target (es. test di avoidance behaviour in Eisenia foetida) che sulla struttura (PhosphoLipid Fatty Acid analysis-PLFA) e funzionalità (Community Level Physiological Profile - CLPP) delle comunità microbiche autoctone, tramite allestimento di esperimenti in scala di laboratorio e monitoraggio ambientale. Studio sulla presenza e diffusione tra le comunità microbiche naturali dei geni che conferiscono resistenza agli antibiotici (ARGs) e del proxy dell’impatto antropico, gene intI1, da correlarsi alla presenza di antibiotici nella matrice ambientale di interesse.

Comparti ambientali di interesse
Gli studi di bioaccumulo/biomagnificazione dei microinquinanti organici riguardano prevalentemente pesci, molluschi, lombrichi terrestri e acquatici, specie vegetali terrestri e acquatiche. Gli studi sulla persistenza e gli effetti sulle comunità microbiche naturali includono diversi comparti ambientali quali: acque superficiali (marine, fluviali, lacustri), neve/ghiaccio, suoli, sedimenti.

Tecniche di studio
Gli studi di bioaccumulo/biomagnificazione e di persistenza dei contaminanti di interesse vengono eseguiti mediante la combinazione di procedure di:
 - metodi di pretrattamento (es. liofilizzazione, dissezione, etc);
 - metodologie estrattive e di purificazione (estrazione liquida pressurizzata-PLE, sonicazione, estrazione liquido-liquido-LL, estrazione in fase solida-SPE);
 - metodologie analitiche sensibili e selettive basate sull’accoppiamento di tecniche cromatografiche (HPLC o GC) e rivelazione mediante fluorescenza, FID-ECD, spettrometria di massa.
 - Il test di avoidance behaviour è basato sull’esposizione di organismi, nello specifico lombrichi appartenenti alla specie Eisenia foetida, a diverse concentrazioni sub-letali di contaminanti organici, al fine di valutare il loro comportamento di fuga/evitamento dalla zona contaminata.
 - La valutazione della composizione microbica delle comunità naturali avviene tramite PLFA (PhosphoLipid Fatty Acid) profiling. Tale tecnica biochimica prevede una fase di estrazione degli acidi grassi dei fosfolipidi di membrana dalla matrice di interesse, una reazione di metilazione seguita da separazione e analisi mediante gas cromatografia.
 - L’analisi della diversità microbica a livello funzionale avviene tramite analisi del profilo metabolico/fisiologico (CLPP). Questo saggio fisiologico prevede una fase di incubazione del campione ambientale in specifiche piastre e letture spettrofotometriche ad intervalli prestabiliti.
 - L’analisi dei geni che conferiscono resistenza agli antibiotici e del proxy dell’impatto antropico, il gene intI1, avviene tramite estrazione del DNA dai campioni ambientali utilizzando specifici kit e successiva analisi tramite qPCR.

Strumentazione
Il laboratorio è fornito della seguente strumentazione:
 
Liofilizzatore da banco (LABCONCO) con display touchscreen e capacità da 2,5 L, per la preparazione del campione da sottoporre ad estrazione liquida pressurizzata.
 
Solid Phase Extraction (SPE, Supelco): Estrattore in fase solida a 12 porte dove alloggiare cartucce contenenti fasi adsorbenti specifiche per l’estrazione di analiti di interesse da matrici liquide, con connessione ad un sistema da vuoto.
 
Syncore® Analyst (Buchi) per la pre-concentrazione in parallelo di campioni in fase liquida.
 
Rotavapor R 100 (Buchi), munito di interfaccia elettronica per il controllo del sistema da vuoto e del refrigeratore a ricircolo.
 
Gas Cromatografo (Perkin Elmer, Clarus 480) accoppiato con rivelatore FID-ECD (Flame Ionization Detector- Electron Capture Detector). Il Sistema è munito di un autocampionatore per l’esecuzione di analisi in sequenza (Autosystem, Perkin Elmer). Tale Sistema è interamente gestito mediante il TotalChrom Software.
 
Gas Cromatografo (Thermo Fisher, Trace 3000) accoppiato con spettrometro di massa (Thermo Fisher, ISQ7000). Il Sistema è munito di un autocampionatore per l’esecuzione di analisi in sequenza (Thermo Fisher. AI 1310). Tale Sistema è interamente gestito mediante il Chromeleon Software.
 
HPLC (sistema binario, Vanquish TM Core HPLC system, Thermo Scientific TM, Italia, Perkin Elmer, USA) accoppiato con rivelatore a spettrometria di massa ad altarisoluzione (Orbitrap Exploris 120, Thermo Scientific TM, Italia). Tale sistema è gestito mediante ilsoftware Xcalibur (versione 5.1).
 
Spettrofotometro (Biolog Microstation System, Biolog Inc.) lettore di micropiastre (96 pozzetti). Il sistema è controllato mediante uno specifico software.
 
Per informazioni: Dott.ssa Luisa Patrolecco – luisa.patrolecco AT cnr.it

Pagina 72 di 88

ministero Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale
L'Italia e l’Artico
L’Italia e l’Antartide

logo pnra trasparente piccolo logo  PRA

   CNR-ISP
   Consiglio Nazionale delle Ricerche
   Istituto di Scienze Polari
   c/o Campus Scientifico - Università Ca' Foscari Venezia - Via Torino, 155 - 30172 VENEZIA MESTRE (VE)

   Salvo diversa indicazione, il contenuto di questo sito è concesso in licenza : Attribuzione - Non commerciale - Condividi allo stesso modo 4.0 Internazionale (CC BY-NC-SA 4.0) Licenza Creative Commons

   Privacy policy e Cookie policy - Amministrazione trasparente CNR