È partita il 13 marzo la spedizione esplorativa del progetto Ice Memory sul massiccio del Gran Sasso per studiare lo stato del corpo glaciale più meridionale d'Europa, il Calderone. Quanto ghiaccio è ancora conservato sotto la neve e i detriti? Cosa può ancora dirci sul clima e l'ambiente del passato? I dati dell'indagine geofisica in corso permetteranno al team del progetto di rispondere a queste domande e anche di scegliere il posto migliore per estrarre una carota di ghiaccio che, se ha conservato al meglio la sua memoria ambientale, potrebbe aggiungersi alle altre nel futuro santuario antartico del progetto Ice Memory. Comunicato CNR
Jacopo Gabrieli (CNR-ISP) Foto: Riccardo Selvatico
Lo studio, Increasing the interoperability of snow/ice hyperspectral observations, nato dalla collaborazione tra alcuni ricercatori del CNR-ISP e del CNR-IIA, parte dalla libreria di firme spettrali, la Snow and Ice Spectral Library (SISpec) per costruire lo schema di metadati per la neve al fine di migliorarne la condivisione. Per garantire l’accessibilità come Open Data, si è cercato di trovare un compromesso tra le linee guida dell'European Research Council (ERC), i principi FAIR (Findability, Accessibility, Interoperability, and Reuse Data) definiti dalla Research Data Alliance (RDA), e i Group on Earth Observation (GEO) Data Sharing Principles. Lo standard dell'International Organization for Standardization (ISO-19115) è stato scelto come quadro standard per descrivere SISpec e quando lo schema di metadati disponibile non era sufficiente o adatto, sono state create estensioni e nuovi componenti di metadati per descrivere le firme spettrali e i parametri microfisici della neve. Il risultato è un modello di metadati specifico per le firme spettrali della neve, utile per condividere SISpec sia nel contesto europeo che internazionale. DOI: 10.1016/j.cageo.2022.105076 - Sabrina Di Franco (CNR-ISP)
7 Febbraio 2022
Gli effetti a cascata del cambiamento climatico sugli ecosistemi dei laghi artici sono stati messi in evidenza da un nuovo studio multidisciplinare che vede coinvolti CNR-ISP, CNR-IRSA e il gruppo di Ecologia Trofica del Dip. di Biologia Ambientale della Sapienza di Roma. Il lavoro - Climate-related drivers of nutrient inputs and food web structure in shallow Arctic lake ecosystems, pubblicato su Scientific Reports, mette in relazione la struttura della rete trofica e gli apporti di nutrienti in prossimità dei laghi della Brogger Peninsula (Svalbard) con l’estensione e la stagionalità della copertura nevosa e della biomassa vegetale, parametri questi derivati dall’analisi multitemporale di immagini satellitari. I risultati dello studio evidenziano le relazioni tra componente biotica e abiotica degli ecosistemi lacustri e come il riscaldamento del clima in Artico stia influenzando l'aumento del numero di oche migratorie e l’espansione del loro dell'areale. Tali processi potrebbero comportare un aumento del carico di nutrienti in questi ecosistemi, con conseguenze sulla loro produttività e sui tassi di rilascio di carbonio in atmosfera. Comunicato CNR - DOI: 10.1038/s41598-022-06136-4 - Rosamaria Salvatori (CNR-ISP)
11 Febbraio 2022
Un nuovo studio, pubblicato su Atmospheric Environment, indaga il comportamento del mercurio atmosferico rilevato nell’arco di un anno di raccolta dati presso la stazione di Col Margherita (Belluno).
I risultati sono stati inaspettati: è emerso un trend che si ripete nel tempo. Nell’arco delle 24 ore, il mercurio raggiunge un picco massimo nelle ore serali e il picco minimo nelle ore della mattinata, ma esiste anche una variabilità legata alle stagioni: il mercurio raggiunge il suo massimo in atmosfera nei mesi estivi (giugno-agosto) e il picco minimo nei mesi invernali (novembre-febbraio).
La ricerca, in collaborazione con Ca’ Foscari e CNR-ISAC, fornirà informazioni preziose relative al ciclo del mercurio (Hg) presente nell’ambiente, soprattutto in ambienti di alta montagna, che risultano essere ottimi scenari per lo studio del mercurio in situazioni non contaminate dall’impronta umana.
DOI:10.1016/j.atmosenv.2021.118917 (Massimiliano Vardè e Warren Cairns, CNR-ISP) - Approfondimento
Puntata della rubrica di Rainews - FUTURO24 (1 Febbraio 2022)
Intervista a Carlo Barbante, direttore del CNR-ISP e coordinatore del progetto Beyond EPICA Oldest Ice.
In Antartide un gruppo internazionale di scienziati sta cercando di raggiungere il ghiaccio vecchio di 1,5 milioni di anni; fornirà dati su clima e global warming.
• ISP-Newsletter n.2 Dicembre/December 2021 - (Ita - Eng)
In questo numero: Stefano Miserocchi (il Punto), Maurizio Azzaro (In primo piano), Mauro Mazzola (Qui Dirigibile Italia), Paolo Montagna e Marco Taviani (Ricerca in evidenza), il CdI (Il commento), Carlo Barbante (Cronache polari)
In this issue: Stefano Miserocchi (Overview), Maurizio Azzaro (Top Stories), Mauro Mazzola (Here Dirigibile Italia), Paolo Montagna and Marco Taviani (Research Highlights), Internal Advisory Board (The comment), Carlo Barbante (Polar chronicles)
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Le attività di ricerca sulla criosfera sotterranea nelle aree carsiche di alta quota del Friuli Venezia Giulia saranno realizzate all'interno del progetto CryoKarst (Cryosphere in the Karstic environments of Friuli Venezia Giulia) grazie ad un accordo operativo stipulato tra l'Istituto di Scienze Polari (CNR-ISP) ed il Servizio Geologico della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia.
Il progetto ha tra gli obiettivi primari lo sviluppo di tecniche di rilevamento in ambienti glaciali ipogei e l'implementazione del catasto speleologico regionale attraverso la revisione del Catasto stesso, la stesura di un protocollo di rilevamento, l'organizzazione di eventi formativi, il monitoraggio e studio delle interazioni clima-criosfera negli ambienti glaciali sotterranei dell'area pilota del Monte Canin (clima, paleoclima, geomorfologia ed evoluzione del permafrost), lo sviluppo e la sperimentazione di tecniche SfM.MVS per l'esecuzione di rilievi tridimensionali e l'evoluzione dei depositi nel corso del tempo.
Collaborano al Piano delle Attività anche la Società Meteorologica Alpino-Adriatica ed il Parco Naturale delle Prealpi Giulie, oltre ai gruppi speleologici del Friuli Venezia Giulia. I responsabili scientifici del progetto sono Renato R. Colucci (CNR-ISP) e Paolo Manca con Michele Potleca per il Servizio Geologico della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia.
30 Novembre 2021
Parte in questi giorni in Antartide, nel sito di Little Dome C la prima campagna di carotaggio di Beyond Epica-Oldest Ice, il progetto di ricerca internazionale finanziato dalla Commissione europea con 11 milioni di euro e coordinato dall’Istituto di Scienze Polari del Cnr (CNR-ISP), che mira a ottenere, attraverso l’analisi di una carota di ghiaccio estratta dalla profondità della calotta, dati sull’evoluzione delle temperature e sulla composizione dell’atmosfera, tornando indietro nel tempo di 1 milione e mezzo di anni. I dati saranno preziosi per delineare i futuri trend climatici e per attuare misure di mitigazione.
(Carlo Barbante, coordinatore del progetto, direttore CNR-ISP, Università Ca’Foscari; Chiara Venier, project manager del progetto Beyond Epica-Oldest Ice, CNR-ISP)
26 Novembre 2021
Un team di ricerca internazionale guidato dall’Istituto di Scienze Polari (CNR-ISP) e di Scienze Marine (CNR-ISMAR) del Cnr con il contributo dell’Università di Cambridge, ha ricostruito la storia recente del riscaldamento alle porte dell'Oceano artico, in una regione chiamata lo Stretto di Fram, tra la Groenlandia e le Svalbard. Il lavoro, pubblicato su Science Advances, data per la prima volta l’inizio del riscaldamento del più piccolo degli oceani e prevede un ulteriore aumento in futuro a causa del cambiamento climatico. Comunicato CNR
DOI: 10.1126/sciadv.abj2946 - (Tommaso Tesi CNR-ISP)
2 Novembre 2021
Un team internazionale guidato da scienziati dell’Istituto di Scienze Polari del Consiglio Nazionale delle Ricerche e dell’Università Ca’ Foscari Venezia ha dimostrato che la riduzione dello strato di ozono ha avuto un effetto diretto sul ciclo dello iodio intrappolato nel ghiaccio antartico. Il lavoro, pubblicato su Nature Communications, ha riguardato un periodo di circa 200 anni e rappresenta una chiave di volta per capire l’impatto del fenomeno sui processi chimici ambientali e sulle proiezioni climatiche future. Comunicato CNR
DOI:10.1038/s41467-021-26109-x - (Andrea Spolaor CNR-ISP)
28 Ottobre 2021
Pubblicato su Journal of Environmental Management uno studio eseguito da CNR-ISP in collaborazione con CNR-IRSA ed ENEA e finalizzato alla determinazione delle concentrazioni degli antibiotici sulfametossazolo (SMX) e ciprofloxacina (CIP) e i relativi geni della resistenza (ARGs) in campioni raccolti stagionalmente in ingresso (scarti zootecnici e alimentari) e in uscita (digestato) di diversi impianti anaerobici per la produzione di biogas nel centro Italia. Le più alte concentrazioni di antibiotici sono state riscontrate in inverno e primavera mentre non è stato rilevato un trend stagionale per gli ARGs. I risultati complessivi hanno mostrato che l'applicazione del digestato al suolo agricolo come ammendante non esclude la contaminazione da antibiotici, in particolare della CIP che risulta maggiormente persistente, e la diffusione di ARGs negli agroecosistemi. DOI:10.1016/j.jenvman.2021.113891 (Jasmin Rauseo, Francesca Spataro e Luisa Patrolecco CNR-ISP)
Published in Journal of Environmental Management a study carried out by CNR-ISP in collaboration with CNR-IRSA and ENEA and aimed to determine the concentrations of sulfamethoxazole (SMX) and ciprofloxacin (CIP) antibiotics and related resistance genes (ARGs) in samples collected seasonally from the inlet (zootechnical and food waste) and outlet (digestate) of several biogas plants located in central Italy. The highest concentrations of antibiotics were found in winter and spring while no seasonal trend was observed for ARGs. The overall results indicate that the application of digestate as fertilizer to agricultural soils does not exclude the contamination by antibiotics, in particular by CIP which is more persistent, and ARGs in the agroecosystems.
11 Ottobre 2021
Pubblicato su Ecotoxicology and Environmental Safety uno studio che analizza l’effetto sul comportamento del lombrico terrestre E. foetida esposto a concentrazioni sub-letali di contaminanti organici nel suolo. In particolare sono stati considerati i pesticidi Clorpirifos, Imidacloprid e il tensioattivo anionico Sodio lauril etere solfato, sia come singoli composti che in miscela in diverse combinazioni (binaria, ternaria). L’applicazione dell’equazione matematica dell’Indice di Combinazione (CI), ha consentito per la prima volta di valutare l’effetto combinato di tali inquinanti sulla capacità del lombrico di evitare la zona di suolo contaminato, distinguendo il loro ruolo sinergico, antagonistico o additivo. I risultati mostrano come il test ecotossicologico basato su un end-point comportamentale, possa rappresentare un valido strumento per rilevare segnali precoci di un possibile rischio ambientale in presenza di contaminazione multipla. DOI:10.1016/j.ecoenv.2021.112861 (Luisa Patrolecco CNR-ISP)
Published in Ecotoxicology and Environmental Safety a study that analyzes the effect on the behavior of the earthworm E. foetida exposed to sub-lethal concentrations of organic contaminants in the soil. In particular, the pesticides Chlorpyrifos, Imidacloprid and the anionic surfactant Sodium lauryl ether sulfate were considered, both as single compounds and in mixtures with different combinations (binary, ternary). The application of the mathematical equation of the Combination Index (CI), made it possible for the first time to evaluate the combined effect of these pollutants on the ability of the earthworm to "avoid" the contaminated soil, distinguishing their synergistic, antagonistic or additive role. The results show how the ecotoxicological test based on a behavioral end-point can represent a valid tool for detecting early signs of a possible environmental risk in the presence of a multiple contamination.
7 Ottobre 2021
Un team internazionale guidato da scienziate e scienziati dell’Università Ca’ Foscari Venezia e dell’Istituto di Scienze Polari (CNR-ISP) ha letto, nei composti chimici depositati nel ghiaccio, l’andamento degli incendi di cinquemila anni.
Comunicato CNR
DOI:10.5194/cp-17-1533-2021 - (Andrea Spolaor CNR-ISP)
Ministero dell'Universita e Ricerca
Programma Ricerche Artico
Programma Nazionale di Ricerca in Antartide
Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale
L'Italia e l’Artico
L’Italia e l’Antartide
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