Focus

11 Febbraio 2022

Un nuovo studio, pubblicato su Atmospheric Environment, indaga il comportamento del mercurio atmosferico rilevato nell’arco di un anno di raccolta dati presso la stazione di Col Margherita (Belluno).
La ricerca, in collaborazione con Ca’ Foscari e CNR-ISAC, fornirà informazioni preziose relative al ciclo del mercurio (Hg) presente nell’ambiente, soprattutto in ambienti di alta montagna, che risultano essere ottimi scenari per lo studio del mercurio in situazioni non contaminate dall’impronta umana.

14 January 2022

A new study, published in Nature Communications, reports for the first time the iodine variability of the Arctic atmosphere for the last 127,000 years. By investigating two Greenland ice cores, researchers found the highest and lowest iodine levels respectively during warm interglacial and cold glacial periods. The environmental roles of iodine in the polar atmosphere are important and multiple, from modulating the energy budget to affecting atmospheric chemistry cycles and new particle formation, but its long-term variability in the Arctic has been so far unknown.
An international team of researchers led by the Spanish National Research Council (CSIC), and with the contribution of Ca’ Foscari University of Venice, the Italian National Research Council (CNR) and other organizations from Denmark, Germany, Australia and the United States, has developed a multidisciplinary research strategy to understand the composition of the Arctic atmosphere over past glacial and interglacial cycles and what the mechanisms controlled its evolution.

Progetto CryoKarst - Criosfera sotterranea nelle aree carsiche2 Dicembre 2021

Le attività di ricerca sulla criosfera sotterranea nelle aree carsiche di alta quota del Friuli Venezia Giulia saranno realizzate all'interno del progetto CryoKarst (Cryosphere in the Karstic environments of Friuli Venezia Giulia) grazie ad un accordo operativo stipulato tra l'Istituto di Scienze Polari (CNR-ISP) ed il Servizio Geologico della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia.
Il progetto ha tra gli obiettivi primari lo sviluppo di tecniche di rilevamento in ambienti glaciali ipogei e l'implementazione del catasto speleologico regionale attraverso la revisione del Catasto stesso, la stesura di un protocollo di rilevamento, l'organizzazione di eventi formativi, il monitoraggio e studio delle interazioni clima-criosfera negli ambienti glaciali sotterranei dell'area pilota del Monte Canin (clima, paleoclima, geomorfologia ed evoluzione del permafrost), lo sviluppo e la sperimentazione di tecniche SfM.MVS per l'esecuzione di rilievi tridimensionali e l'evoluzione dei depositi nel corso del tempo.

Collaborano al Piano delle Attività anche la Società Meteorologica Alpino-Adriatica ed il Parco Naturale delle Prealpi Giulie, oltre ai gruppi speleologici del Friuli Venezia Giulia. I responsabili scientifici del progetto sono Renato R. Colucci (CNR-ISP) e Paolo Manca con Michele Potleca per il Servizio Geologico della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia.

26 Novembre 2021

Un team di ricerca internazionale guidato dall’Istituto di Scienze Polari (CNR-ISP) e di Scienze Marine (CNR-ISMAR) del Cnr con il contributo dell’Università di Cambridge, ha ricostruito la storia recente del riscaldamento alle porte dell'Oceano artico, in una regione chiamata lo Stretto di Fram, tra la Groenlandia e le Svalbard. Il lavoro, pubblicato su Science Advances, data per la prima volta l’inizio del riscaldamento del più piccolo degli oceani e prevede un ulteriore aumento in futuro a causa del cambiamento climatico. Comunicato CNR
DOI: 10.1126/sciadv.abj2946 - (Tommaso Tesi CNR-ISP)

2 Novembre 2021

Un team internazionale guidato da scienziati dell’Istituto di Scienze Polari del Consiglio Nazionale delle Ricerche e dell’Università Ca’ Foscari Venezia ha dimostrato che la riduzione dello strato di ozono ha avuto un effetto diretto sul ciclo dello iodio intrappolato nel ghiaccio antartico. Il lavoro, pubblicato su Nature Communications, ha riguardato un periodo di circa 200 anni e rappresenta una chiave di volta per capire l’impatto del fenomeno sui processi chimici ambientali e sulle proiezioni climatiche future. Comunicato CNR
DOI:10.1038/s41467-021-26109-x - (Andrea Spolaor CNR-ISP)

28 Ottobre 2021

Pubblicato su Journal of Environmental Management uno studio eseguito da CNR-ISP in collaborazione con CNR-IRSA ed ENEA e finalizzato alla determinazione delle concentrazioni degli antibiotici sulfametossazolo (SMX) e ciprofloxacina (CIP) e i relativi geni della resistenza (ARGs) in campioni raccolti stagionalmente in ingresso (scarti zootecnici e alimentari) e in uscita (digestato) di diversi impianti anaerobici per la produzione di biogas nel centro Italia. Le più alte concentrazioni di antibiotici sono state riscontrate in inverno e primavera mentre non è stato rilevato un trend stagionale per gli ARGs. I risultati complessivi hanno mostrato che l'applicazione del digestato al suolo agricolo come ammendante non esclude la contaminazione da antibiotici, in particolare della CIP che risulta maggiormente persistente, e la diffusione di ARGs negli agroecosistemi. DOI:10.1016/j.jenvman.2021.113891 (Jasmin Rauseo, Francesca Spataro e Luisa Patrolecco CNR-ISP)

Published in Journal of Environmental Management a study carried out by CNR-ISP in collaboration with CNR-IRSA and ENEA and aimed to determine the concentrations of sulfamethoxazole (SMX) and ciprofloxacin (CIP) antibiotics and related resistance genes (ARGs) in samples collected seasonally from the inlet (zootechnical and food waste) and outlet (digestate) of several biogas plants located in central Italy. The highest concentrations of antibiotics were found in winter and spring while no seasonal trend was observed for ARGs. The overall results indicate that the application of digestate as fertilizer to agricultural soils does not exclude the contamination by antibiotics, in particular by CIP which is more persistent, and ARGs in the agroecosystems.

11 Ottobre 2021

Pubblicato su Ecotoxicology and Environmental Safety uno studio che analizza l’effetto sul comportamento del lombrico terrestre E. foetida esposto a concentrazioni sub-letali di contaminanti organici nel suolo. In particolare sono stati considerati i pesticidi Clorpirifos, Imidacloprid e il tensioattivo anionico Sodio lauril etere solfato, sia come singoli composti che in miscela in diverse combinazioni (binaria, ternaria). L’applicazione dell’equazione matematica dell’Indice di Combinazione (CI), ha consentito per la prima volta di valutare l’effetto combinato di tali inquinanti sulla capacità del lombrico di evitare la zona di suolo contaminato, distinguendo il loro ruolo sinergico, antagonistico o additivo. I risultati mostrano come il test ecotossicologico basato su un end-point comportamentale, possa rappresentare un valido strumento per rilevare segnali precoci di un possibile rischio ambientale in presenza di contaminazione multipla. DOI:10.1016/j.ecoenv.2021.112861 (Luisa Patrolecco CNR-ISP)

Published in Ecotoxicology and Environmental Safety a study that analyzes the effect on the behavior of the earthworm E. foetida exposed to sub-lethal concentrations of organic contaminants in the soil. In particular, the pesticides Chlorpyrifos, Imidacloprid and the anionic surfactant Sodium lauryl ether sulfate were considered, both as single compounds and in mixtures with different combinations (binary, ternary). The application of the mathematical equation of the Combination Index (CI), made it possible for the first time to evaluate the combined effect of these pollutants on the ability of the earthworm to "avoid" the contaminated soil, distinguishing their synergistic, antagonistic or additive role. The results show how the ecotoxicological test based on a behavioral end-point can represent a valid tool for detecting early signs of a possible environmental risk in the presence of a multiple contamination.

7 Ottobre 2021

Un team internazionale guidato da scienziate e scienziati dell’Università Ca’ Foscari Venezia e dell’Istituto di Scienze Polari (CNR-ISP) ha letto, nei composti chimici depositati nel ghiaccio, l’andamento degli incendi di cinquemila anni.

Comunicato CNR
DOI:10.5194/cp-17-1533-2021 - (Andrea Spolaor CNR-ISP)

28 Settembre 2021

Pubblicato su Frontiers in Microbiology uno studio il cui scopo è stato testare la capacità di un consorzio batterico (BC) preselezionato di migliorare il processo di rimozione del tensioattivo anionico SLES dai terreni provenienti dallo scavo meccanizzato in sotterraneo, dove vengono utilizzate ingenti quantità di agenti schiumogeni. Indagini combinate di bioaccrescimento, biodegradazione ed ecotossicologiche (batterio Aliivibrio fischeri), hanno dimostrato che l’utilizzo del BC accelera di circa sei volte la degradazione del tensioattivo contenuto nel terreno appena scavato rispetto alla biodegradazione naturale, ottenendo un materiale non ecotossico in poche ore che può essere riutilizzato prontamente ed in sicurezza come sottoprodotto per diversi scopi, con significativi benefici economici e ambientali. 

DOI:10.3389/fmicb.2021.740118 (Luisa Patrolecco CNR-ISP)

Published on Frontiers in Microbiology a study whose purpose was to test the capability of a pre-selected bacterial consortium (BC) to enhance the removal process of the anionic surfactant SLES from the soil debris produced during the mechanized underground excavation, where large quantities of foaming agents are used. Combined bio-augmentation, biodegradation and ecotoxicological (bacterium Aliivibrio fischeri) investigations, have shown that the use of BC accelerates by about six times the degradation of the surfactant contained in the freshly excavated soil compared to natural biodegradation, obtaining a non-ecotoxic material that can be promptly and safely reused as a by-product for various purposes, with significant economic and environmental benefits.

1 Settembre 2021

In this review manuscript, the rationale and available evidence for linking the halogens bromine and iodine found in polar snow and ice to sea-ice extent is described. Overall, there is a growing body of evidence supporting the application of bromine to sea-ice reconstructions, and the use of iodine to reconstruct marine biological activity mediated in part by sea-ice extent. Aspects regarding halogen transport and retention in polar snow and ice, currently poorly understood, are fully considered to identify knowledge gaps existing in the current understanding of spatial and temporal variability of halogen distributions in the polar regions. Future steps for establishing reliable and constructive sea-ice reconstructions based on bromine and iodine as observed in snow and ice cores are also discussed.

In questa review, viene descritta la logica e le evidenze disponibili per collegare gli alogeni, bromo e iodio, trovati nella neve e nelle carote di ghiaccio polari, all'estensione del ghiaccio marino. Nel complesso, vi è un numero crescente di prove a sostegno dell'applicazione del bromo alle ricostruzioni del ghiaccio marino nel passato e dell'uso dello iodio per ricostruire l'attività biologica marina mediata in parte dall'estensione del ghiaccio marino stesso. Gli aspetti riguardanti il trasporto e la ritenzione degli alogeni nella neve e nelle carote di ghiaccio, attualmente poco conosciuti, sono presi in considerazione per identificare i gap scientifici esistenti nel comprendere la loro variabilità spaziale e temporale nelle regioni polari. Sono inoltre discussi i passi futuri per stabilire ricostruzioni di ghiaccio marino affidabili e costruttive basate su bromo e iodio, come osservato nelle carote di neve e ghiaccio.
DOI:10.1016/j.quascirev.2021.107133 - (Andrea Spolaor CNR-ISP)

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