Focus

ICE-MEMORY

11 Giugno 2021

Si è conclusa con successo la missione sul Monte Rosa del progetto Ice-Memory, organizzata dall’Istituto di scienze polari del Consiglio nazionale delle ricerche (CNR-ISP) e dall’Università Ca’Foscari Venezia, in collaborazione con il centro di ricerca svizzero Paul Scherrer Institute. Il team di ricerca ha estratto due carote di ghiaccio di oltre 80 metri dal Colle Gnifetti, a 4500 metri di quota: in Antartide sarà conservato il ghiaccio più antico dell'arco alpino.

Nota stampa CNR

Servizio RAI-Tg Leonardo
Approfondimenti: Monte Rosa, un libro scritto nel ghiaccio - Monte Rosa, a book written in the ice

Valutazione della compatibilità ambientale di terre provenienti dallo scavo meccanizzato in sotterraneo

10 Maggio 2021

Pubblicati su Environmental Science and Pollution Research e Water due studi finalizzati a valutare l’eco-compatibilità delle terre prodotte durante lo scavo meccanizzato in sotterraneo per la realizzazione di grandi opere ingegneristiche (ad es. tunnel ferroviari) e contenenti ingenti quantità di prodotti schiumogeni utilizzati come lubrificanti nel processo di scavo (in particolare il tensioattivo anionico SLES). Indagini combinate su persistenza ambientale del tensioattivo e possibili effetti ecotossicologici su diversi organismi acquatici e terrestri, consentono di poter riutilizzare tali terre anche per scopi ambientali senza rischi per gli ecosistemi, recuperando una risorsa naturale non rinnovabile, nel contesto dell’economia circolare, ed evitando la produzione di rifiuti. (Luisa Patrolecco CNR-ISP) (Leggi tutto .....)

dinamiche di immissione di antibiotici umani e veterinari dall’uomo/allevamenti animali all’ambiente

3 Maggio 2021

Pubblicati su Water e Antibiotics due studi finalizzati ad investigare la persistenza di antibiotici veterinari, l’effetto sulle comunità microbiche naturali e la diffusione di geni della resistenza (ARGs) in suoli agricoli fertilizzati con digestato anaerobico proveniente da impianti di trattamento a biogas alimentati con letame di allevamenti bovini. I risultati indicano che la concentrazione di antibiotici diminuisce durante il processo di digestione anaerobica contestualmente alla presenza di ARGs, e conseguentemente diminuisce la loro diffusione nei suoli agricoli ammendati. Gli studi confermano inoltre che tale diffusione in matrici ambientali, dove coesistono diversi microrganismi, dipende dai complessi meccanismi di biodegradazione delle concentrazioni residuali di antibiotici. (Luisa Patrolecco CNR-ISP)

Bioaccumulo di microinquinanti organici nel Boreogadus saida

14 Aprile 2021

Pubblicato su Chemosphere un studio Multiple exposure of the Boreogadus saida from Bessel fjord (NE Greenland) to legacy and emerging pollutants, finalizzato alla valutazione del bioaccumulo di microinquinanti organici emergenti ed alteratori endocrini nel polar cod campionato nel Bessel Fjord (Groenlandia), nell’ambito del Programma TUNU (UiT-The Arctic University of Norway). I risultati hanno evidenziato diversi livelli di contaminazione negli individui campionati nella parte interna del fiordo, rispetto agli organismi campionati nello shelf dovuta a differenze genetiche, di dieta ed a un diverso impatto antropico. (Francesca Spataro CNR-ISP)

31 Marzo 2021

Pubblicata su Atmosphere una ricerca che chiarisce l’anomalia dei piccoli ghiacciai delle Alpi Giulie a bassa quota che, invece di scomparire a causa del riscaldamento globale, come nel resto delle Alpi, sono resilienti e stabili da circa 15 anni. Un team internazionale di ricerca coordinato dall’Istituto di Scienze Polari del Cnr (CNR-ISP) ha individuato due possibili cause: il maggiore riscaldamento dell’Artico e l’aumento della temperatura della superficie del Mare Adriatico.

Nella foto la stazione meteorologica automatica del Canin a 2203 m di quota con circa 450 cm di neve al suolo (Foto di R.R.Colucci CNR-ISP - Febbraio 2021)

Comunicato stampa CNR
Comunicato sul sito SMA-A

15 Marzo 2021

I rifiuti di plastica e microplastica nell'oceano stanno aumentando nelle aree estreme mentre sono stabili sulle coste più antropizzate, nonostante le previsioni di aumento complessivo. Segno della necessità di studiare meglio i fenomeni di provenienza, degrado e spostamento di questi rifiuti, dovuti anche ad azioni in apparenza innocue, come il lavaggio di capi di abbigliamento. Se ne parla in una review internazionale a cui ha partecipato l’Istituto di scienze polari del Cnr (CNR-ISP), pubblicata su Microplastics and Nanoplastics

Comunicato stampa CNR

23 Dicembre 2020

Gli improvvisi eventi di riscaldamento climatico nell’emisfero Nord, avvenuti durante l’ultima era glaciale, sono stati accompagnati da una egualmente rapida riduzione dell’estensione di ghiaccio marino nel Nord Atlantico. A sostenerlo è un lavoro sul paleoclima pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences (Pnas) e realizzato da un team di ricerca internazionale di cui hanno fatto parte l’Istituto di scienze polari del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Isp) e l’Università Ca’ Foscari Venezia, e coordinato dall’Università di Bergen (Norvegia). 

(Sito di perforazione Renland - Foto di Andrea Spolaor)

Comunicato stampa CNR

ghiacciai alpini

16 Dicembre 2020

Un team internazionale composto da ricercatori dell’Istituto di scienze polari del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Isp), Aberystwyth University in Galles (UK), International Center for Theoretical Physics (Ictp) e Dipartimento di matematica e geoscienze dell’Università di Trieste ha pubblicato una ricerca sulla rivista scientifica internazionale Climate Dynamics sull’evoluzione della linea di equilibrio di tutti i circa quattromila ghiacciai delle Alpi su un arco temporale di 200 anni, dal 1901 al 2100. La ELA (Equilibrium-Line Altitude), così si chiama la linea di equilibrio dei ghiacciai, dipende strettamente dai parametri climatici (temperature estive e precipitazioni invernali) e identifica la quota che separa la zona di accumulo di un ghiacciaio, quella cioè che alla fine dell’estate preserva parte della neve caduta nel corso dell’inverno precedente, e la zona di ablazione, dove invece la neve invernale sparisce completamente a causa del caldo estivo e riduce così anche il ghiaccio più antico.

Comunicato stampa CNR

27 Luglio 2020

L’inquinamento delle microplastiche è diffuso a livello globale tanto quanto lo è l’utilizzo delle materie plastiche. Le caratteristiche dei polimeri plastici che ne hanno decretato il successo (ad esempio la malleabilità, la durata, la resistenza alla corrosione, la versatilità nell’impiego, ecc.) sono le stesse che ne determinano la pericolosità a livello ambientale. Infatti, l’ubiquità e la persistenza delle materie plastiche rappresentano un pericolo per l’ambiente e per gli organismi. Si parla di plastic debris sin dagli anni ’70, ma il termine microplastiche entra nel lessico comune solo nel 2004, grazie al Professor Richard Thompson. Nel gennaio 2019 L’Agenzia Europea per le Sostanze Chimiche (European Chemical Agency, ECHA) ha dato una definizione precisa delle microplastiche e ne ha definito il range dimensionale. Le microplastiche possono essere particelle, ma anche fibre, poiché molti tessuti sintetici, come il nylon o il poliestere, sono dei polimeri plastici.

Alghe rosse sul ghiacciaio del Presena7 Luglio 2020

Il fenomeno delle alghe rosse sulla neve è noto da tempo. Alghe nivali come la Chlamydomonas nivalis colorano di rosso la neve durante la primavera e l'estate sia alle medie latitudini che ai poli. Esiste relativamente poca letteratura scientifica riguardo questo fenomeno, il quale ha il diretto effetto di accelerare la fusione delle neve e del ghiaccio.

Quest'anno, la colorazione rossa è stata "avvistata" in varie zone delle Alpi Europee. In particolare, la neve al ghiacciaio del Presena (Trentino-AltoAdige) ha assunto una decisa colorazione rossa che ha destato l'attenzione degli escursionisti e degli operatori degli impianti di risalita. La presenza di queste alghe sulla neve provoca una diminuzione di albedo (o riflettività) della neve stessa, e induce un maggiore assorbimento di radiazione ed una fusione accelerata. Il fenomeno è stato di recente studiato sia in Artico che in Antartide, e rappresenta una fonte di incertezza nei modelli di dinamica glaciale e nivale. In futuro, questo fenomeno potrebbe rivelarsi più intenso a causa dei cambiamenti climatici. Infatti, scarse precipitazioni nevose durante l’inverno e alte temperature priverili/estive creano il perfetto ambiente per lo sviluppo di queste alghe.

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