20 Marzo 2024
Un nuovo studio condotto dai ricercatori del CNR-ISP in collaborazione con l’Università di Stoccolma e l’ETH di Zurigo, ha identificato i meccanismi che controllano il trasporto in Artico del black carbon, un inquinante atmosferico che contribuisce al riscaldamento climatico, stabilendo anche la variabilità delle sue concentrazioni nelle diverse stagioni polari. Il lavoro, pubblicato come highlight su Atmospheric Chemistry and Physics, pone le basi per una più approfondita comprensione dell’impatto di questo composto sul clima regionale e globale.
Comunicato stampa CNR - Stefania Gilardoni (CNR-ISP)
https://doi.org/10.5194/acp-23-15589-2023 Immagine - (veduta sul fiordo dal tetto dell'osservatorio di Gruvebadet, a pochi chilometri dalla Stazione Artica Dirigibile Italia (credits Vittorio Tulli-CNR))
Pubblicato su Science of the Total Environment uno studio condotto da un team di ricercatrici CNR-ISP (sede di Roma), che ha fornito le prime evidenze scientifiche sulla presenza di farmaci e prodotti per la cura della persona nei sedimenti marini del Kongsfjorden, isole Svalbard. La novità di tale studio condotto nell’arco di cinque anni (2018-2022) ha riguardato l’identificazione e quantificazione di diverse classi di contaminanti emergenti bioattivi mai determinati in precedenza (antibiotici, antipiretici, ormoni steroidei, antiinfiammatori, antiepilettici, stimolanti, disinfettanti e repellenti per insetti), valutandone fonti e distribuzione spaziale e temporale nell’ecosistema studiato. Le concentrazioni misurate sono state utilizzate per eseguire una valutazione del rischio ambientale per i sedimenti del fiordo, compresa la stima dei quozienti di rischio per la selezione e la propagazione della resistenza antimicrobica. I risultati dello studio confermano che l’Artico sta attualmente affrontando importanti questioni ambientali in relazione alla presenza di nuovi inquinanti, per i quali non sono state ancora adottate misure normative o restrittive a livello mondiale. (English version)
Luisa Patrolecco (CNR-ISP) - DOI:/10.1016/j.scitotenv.2024.171156 - Rassegna stampa
12 Maggio 2023
Il mercurio, inquinante globale estremamente tossico per salute e ambiente, è al centro di un nuovo studio a guida italiana appena pubblicato sulla rivista scientifica Nature Geoscience. Condotto dall’Università Ca’ Foscari Venezia, in collaborazione con il CNR-ISP e altri partner internazionali, l'articolo mostra come i livelli di mercurio in Artico siano fortemente influenzati dal cambiamento climatico. I ricercatori hanno osservato, analizzando una carota estratta in Groenlandia nel contesto del progetto EastGRIP (East GReenland Ice core Project), la dinamica del mercurio tra 9.000 e 16.000 anni fa, durante la transizione tra l’ultimo periodo glaciale e l’attuale periodo climatico, l’Olocene. Secondo il lavoro, la fusione del ghiaccio marino a seguito dell’aumento di temperature durante l’ultima transizione glaciale-interglaciale ha causato un rilascio più elevato di mercurio in atmosfera. Inoltre, la sostituzione del ghiaccio marino pluriannuale con quello stagionale, favorisce complesse reazioni chimiche che promuovono la deposizione di questo elemento nelle regioni polari. Comunicato stampa CNR - DOI:10.1038/s41561-023-01172-9 - Andrea Spolaor (CNR-ISP)
20 Febbraio 2023
Si è appena conclusa l’attività del progetto Lasagne (Laminated sediments in the magnificent Edisto Inlet (Victoria Land): What processes control their deposition and preservation?) coordinato da Leonardo Langone di CNR-ISP in Edisto Inlet (Mare di Ross).
Il mooring MEI è stato recuperato, manutenzionato e rimesso a mare per un altro anno di misure. Nel corso della crociera oceanografica con N/R Laura Bassi sono state inoltre occupati 7 siti della baia dove sono stati effettuati campionamenti di acqua e sedimento superficiale. La baia è stata inoltre coperta da una fitta rete di stazioni CTD integrate con profili di velocità L-ADCP.
La nave ha infine acquisito dati di batimetria multifascio, Topas e vmADCP durante i transiti tra una stazione e l’altra. La campagna è stata un successo per l’enorme mole di dati acquisiti nonostante la nave abbia dovuto continuamente aprirsi un varco nel ghiaccio marino che ancora occupava la baia. (Foto: recupero della Rosette con sonda CTD - L. Langone)
5 Aprile 2024
Un recente studio pubblicato su Science, condotto da un team internazionale di ricercatori che ha coinvolto l'Italia attraverso l'Istituto di Scienze Polari (CNR-ISP) e l’Istituto di Scienze Marine (CNR-ISMAR), ha dimostrato che l'oceano tropicale ha guadagnato ossigeno durante il Massimo Termico del Paleocene-Eocene (comunemente chiamato PETM). Durante questo breve intervallo di tempo nella storia della Terra, avvenuto circa 56 milioni di anni fa, le temperature medie sono aumentate fino a sei gradi in poche migliaia di anni. Simone Moretti (CNR-ISP)
Immagine - (sedimenti marini profondi prelevati durante le campagne ODP utilizzati per lo studio. La dimensione dei gusci di foraminiferi fossili e gli isotopi dell’azoto applicati sulla loro matrice carbonatica ha mostrato una ossigenazione degli oceani durante il PET)
È stato pubblicato sul sito del Ministero dell’Università e della Ricerca il Bando 2024 - Decreto Direttoriale n. 1499 del 07-10-2024.
In continuità con il PNRA 2020-2022 e con il successivo aggiornamento per il 2023, nonché in coerenza anche con il PNRA triennale 2024-2026, le proposte di ricerca riguarderanno prioritariamente le seguenti tematiche scientifiche:
- Interazioni Terra/Ghiaccio/Clima; Oceano, Litosfera e Atmosfera Antartiche;
- La vita in Antartide; Evoluzione, adattamento, biodiversità e biocenosi;
- Astronomia, astrofisica e space weather;
- Impatto antropico e contaminazione ambientale;
- Biomedicina e psicologia;
- Tecnologia in Antartide
Le domande dovranno essere compilate in lingua inglese a partire dalle ore 12.00 del 16 ottobre 2024 e trasmesse entro e non oltre le ore 12.00 del 27 novembre 2024
Disciplina delle procedure per la presentazione di proposte di progetti di ricerche specifiche rivolte ad approfondire le conoscenze in Artico
Scarica Bando dal sito URP CNR - prot. CNR n. 189285/2023 del 20/06/2023
La composizione e sottomissione delle domande sarà possibile a partire dal 1° luglio 2023 sul portale https://calls.cnr.it
Programma di Ricerche in Artico
3 Aprile 2024
Un articolo scientifico sullo stato delle conoscenze sulla contaminazione da plastica in Antartide pubblicato da Gabriella Caruso (CNR-ISP Messina) in collaborazione con Elisa Bergami dell’Università di Modena e Reggio-Emilia, Neelu Singh del Norwegian Polar Institute (Longyearbyen, Norway) e Ilaria Corsi dell’Università degli Studi di Siena è stato premiato come il miglior articolo del 2023 dalla rivista internazionale Water Biology and Security. L'articolo riporta lo stato attuale delle conoscenze sulla contaminazione da plastica in Antartide. Frammenti di plastica di diversa dimensione sono stati trovati in organismi antartici terrestri e marini, suscitando preoccupazioni riguardo i possibili effetti avversi sulla biodiversità e sulle funzioni degli ecosistemi. L'articolo conclude con i gaps conoscitivi ancora esistenti per quanto concerne il trasporto delle plastiche in Antartide e gli impatti ad esse associati e sulle priorità per futuri studi. - Gabriella Caruso (CNR-ISP)
2 Febbraio 2023
Conclusa con successo la seconda campagna di perforazione di Beyond EPICA - Oldest Ice, il progetto di ricerca internazionale finanziato dalla Commissione europea con 11 milioni di euro coordinato dall’Istituto di Scienze Polari (CNR-ISP), che mira a ottenere, attraverso l’analisi di una carota di ghiaccio estratta dalla profondità della calotta antartica, dati sull’evoluzione delle temperature, sulla composizione dell’atmosfera e sul ciclo del carbonio, tornando indietro nel tempo di 1 milione e mezzo di anni. In poco tempo il team ha ultimato l’installazione del complesso sistema di perforazione per il ghiaccio profondo dando il via alle operazioni e raggiungendo, a fine campagna, la profondità di 808,47 metri. Alla stazione Concordia, un team di supporto ha misurato e processato i primi 217 metri della carota di ghiaccio estratta. Comunicato stampa CNR.
Pubblicato su Environmental Pollution uno studio sulla biodegradazione di antibiotici veterinari (AB) sulfonammidi e fluorochinoloni presenti nei suoli agricoli ammendati con letame bovino o digestato anaerobico. E’ stato inoltre valutato il bioaccumulo di AB, la trasmissione di geni della resistenza batterica (ARG) e la struttura della comunità microbica nelle coltivazioni di Lactuca sativa, analizzando per 46 giorni suolo, rizosfera e fillosfera fogliare. I risultati complessivi mostrano la presenza di fluorochinoloni, ma non di sulfonammidi, e di ARG nelle foglie della lattuga, e non si può escludere il rischio che antibiotici e geni della resistenza batterica entrino nella catena alimentare attraverso l'assunzione di ortaggi freschi.
DOI: 10.1016/j.envpol.2022.120413 - Luisa Patrolecco (CNR-ISP)
14 Aprile 2021
Pubblicato su Chemosphere un studio Multiple exposure of the Boreogadus saida from Bessel fjord (NE Greenland) to legacy and emerging pollutants, finalizzato alla valutazione del bioaccumulo di microinquinanti organici emergenti ed alteratori endocrini nel polar cod campionato nel Bessel Fjord (Groenlandia), nell’ambito del Programma TUNU (UiT-The Arctic University of Norway). I risultati hanno evidenziato diversi livelli di contaminazione negli individui campionati nella parte interna del fiordo, rispetto agli organismi campionati nello shelf dovuta a differenze genetiche, di dieta ed a un diverso impatto antropico. (Francesca Spataro CNR-ISP)
Pubblicato su Frontiers in Microbiology uno studio il cui scopo è stato testare la capacità di un consorzio batterico (BC) preselezionato di migliorare il processo di rimozione del tensioattivo anionico SLES dai terreni provenienti dallo scavo meccanizzato in sotterraneo, dove vengono utilizzate ingenti quantità di agenti schiumogeni. Indagini combinate di bioaccrescimento, biodegradazione ed ecotossicologiche (batterio Aliivibrio fischeri), hanno dimostrato che l’utilizzo del BC accelera di circa sei volte la degradazione del tensioattivo contenuto nel terreno appena scavato rispetto alla biodegradazione naturale, ottenendo un materiale non ecotossico in poche ore che può essere riutilizzato prontamente ed in sicurezza come sottoprodotto per diversi scopi, con significativi benefici economici e ambientali.
Published on Frontiers in Microbiology a study whose purpose was to test the capability of a pre-selected bacterial consortium (BC) to enhance the removal process of the anionic surfactant SLES from the soil debris produced during the mechanized underground excavation, where large quantities of foaming agents are used. Combined bio-augmentation, biodegradation and ecotoxicological (bacterium Aliivibrio fischeri) investigations, have shown that the use of BC accelerates by about six times the degradation of the surfactant contained in the freshly excavated soil compared to natural biodegradation, obtaining a non-ecotoxic material that can be promptly and safely reused as a by-product for various purposes, with significant economic and environmental benefits. DOI:10.3389/fmicb.2021.740118 (Luisa Patrolecco CNR-ISP)
25 Settembre 2023
Lo scorso 6 settembre è stata installata nel Kongsfjorden, alle Isole Svalbard - Artico, la boa oceanografica Italia, che misura e trasmette in real time dati oceanografici e meteo marini da uno dei principali hot spot climatici a livello globale. La boa, che acquisisce dati in continuo di alcune delle principali variabili essenziali per l’osservazione dell’oceano e dell’atmosfera (air temperature, dew point, air pressure, relative humidity, net radiation, wind speed and direction, sea surface temperature), rappresenta ad oggi l’unica boa oceanografica italiana in esercizio in acque internazionali. L’operazione è gestista dai ricercatori dell'Istituto di scienze polari (CNR-ISP) di Bologna con il supporto della Base Dirigibile Italia e della ditta Communication Technology di Cesena.
Comunicato stampa CNR - Federico Giglio (CNR-ISP)
7 Febbraio 2023
La diversità microbica accoppiata a quella geochimica ha rivelato un'unicità di habitat nelle brine endoglaciali del ghiacciao di Boulder Clay in Antartide. Si tratta di crioecosistemi considerati analoghi terrestri di quelli potenzialmente presenti su altri pianeti del nostro sistema solare. Le indagini svolte dal CNR-ISP di Messina (in collaborazione con le Università dell’Insubria capofila, Perugia, Venezia e Bolzano) nell'ambito del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (PNRA) suggeriscono una probabile origine antica delle brine, dovuta principalmente a una progressiva crioconcentrazione di acqua marina. I risultati sono stati recentemente pubblicati su Scientific Reports.
Ministero dell'Universita e Ricerca
Programma Ricerche Artico
Programma Nazionale di Ricerca in Antartide
Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale
L'Italia e l’Artico
L’Italia e l’Antartide
CNR-ISP
National Research Council
Institute of Polar Sciences
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