Focus

31 Luglio 2023

Paolo Montagna del CNR-ISP racconta, insieme ai colleghi australiani Julie Trotter e Malcolm McCulloch, come i segnali geochimici dei coralli vengono tradotti in informazioni ambientali per la ricostruzione del clima del passato. E' un piccolo viaggio rivolto soprattutto agli studenti per capire l'importanza dell'Oceano Meridionale nel modificare il clima globale e per scoprire i segreti dei proxy geochimici.

How does a marine geochemist work? Paolo Montagna of the CNR-ISP and Julie Trotter and Malcolm McCulloch from the University of Western Australia tell how the geochemical signals of the corals are converted into environmental information for past climate reconstructions. It is a small trip especially for students to understand the importance of the Southern Ocean in modulating the global climate and to discover the secrets of geochemical proxies.

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Veduta sul campo remoto del progetto EastGRIP - Groenlandia -  © Helle Kjær - East Greenland Ice-core Project

12 Maggio 2023

Il mercurio, inquinante globale estremamente tossico per salute e ambiente, è al centro di un nuovo studio a guida italiana appena pubblicato sulla rivista scientifica Nature Geoscience. Condotto dall’Università Ca’ Foscari Venezia, in collaborazione con il CNR-ISP e altri partner internazionali, l'articolo mostra come i livelli di mercurio in Artico siano fortemente influenzati dal cambiamento climatico. I ricercatori hanno osservato, analizzando una carota estratta in Groenlandia nel contesto del progetto EastGRIP (East GReenland Ice core Project), la dinamica del mercurio tra 9.000 e 16.000 anni fa, durante la transizione tra l’ultimo periodo glaciale e l’attuale periodo climatico, l’Olocene. Secondo il lavoro, la fusione del ghiaccio marino a seguito dell’aumento di temperature durante l’ultima transizione glaciale-interglaciale ha causato un rilascio più elevato di mercurio in atmosfera. Inoltre, la sostituzione del ghiaccio marino pluriannuale con quello stagionale, favorisce complesse reazioni chimiche che promuovono la deposizione di questo elemento nelle regioni polari.  Comunicato stampa CNR  - DOI:10.1038/s41561-023-01172-9  - Andrea Spolaor (CNR-ISP)

10 Maggio 2023

Una review elaborata dai ricercatori del CNR-ISP di Messina, recentemente pubblicata sulla rivista Science of the Total Environment, ha preso in esame i dati relativi all’inquinamento causato da microplastiche nelle acque dolci dell'Artico, dell'Antartide e nell’altopiano in Tibet, un habitat denominato Terzo Polo che racchiude il 15% dei ghiacci di tutto il Pianeta. I risultati mettono in evidenza una crescente diffusione di questi polimeri, e la conseguente creazione di microecosistemi artificiali basati sulla plastica. Tale tipologia di inquinamento rappresenta, oggi, una minaccia a livello globale, anche in considerazione del grande aumento di produzione della plastica, che è passata da 1,5 milioni di tonnellate negli anni Cinquanta del secolo scorso, ai 359 milioni di tonnellate nel 2018.  

Comunicato stampa CNR - DOI:10.1016/j.scitotenv.2023.161847 - Maurizio Azzaro (CNR-ISP)

7 Febbraio 2023

Dal gelo antartico una recente scoperta di brine ipersaline endoglaciali rinforza l’interesse verso questi peculiari crioecosistemi, considerati analoghi terrestri di quelli potenzialmente presenti su altri pianeti del nostro sistema solare. I ricercatori della sede di Messina dell’Istituto di Scienze Polari (CNR-ISP) lavorano su questa tematica pionieristica dal 2013, in collaborazione con il team di ricerca del Prof. Mauro Guglielmin dell’Università dell’Insubria, ed il risultato delle indagini più recenti è stato pubblicato sulla rivista Scientific Reports. La ricerca è stata condotta non lontano dalla Stazione Mario Zucchelli, sul ghiacciaio di Boulder Clay, dall’ISP di Messina in collaborazione con le Università dell’Insubria, Perugia, Venezia e Bolzano, nell'ambito del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (PNRA). La diversità microbica accoppiata a quella geochimica ha rivelato un'unicità di habitat rispetto a tutte le altre brine ipersaline antartiche finora studiate ed ha suggerito una probabile origine antica dovuta principalmente a una progressiva crioconcentrazione di acqua marina. Comunicato stampa CNR 

DOI: /10.1038/s41598-022-27219-2 

25 Ottobre 2022

Uno nuovo studio pubblicato su PNAS e condotto da due istituti di ricerca del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR-ISAC e CNR-ISP), in collaborazione con l’Università Ca’ Foscari Venezia, l’Università di Padova e con diversi istituti internazionali (AWI, CIC, CSIC, PSI), ha ricostruito, ad alta risoluzione temporale, l’evoluzione della copertura di ghiaccio marino nella regione sub-polare compresa tra la Baia di Baffin e il Mare del Labrador, prendendo in esame una serie di oscillazioni repentine del clima avvenute tra 36 e 44 mila anni fa. I risultati mostrano come, fra le regioni sub-polari della Baia di Baffin e del Mare di Labrador, il tempo di reazione del ghiaccio marino, in seguito a un brusco aumento delle temperature in Groenlandia, sia quasi sincrono, istantaneo o avvenga nel giro di una decade, passando da una spessa copertura pluriennale persistente a condizioni di mare aperto e ghiaccio stagionale spiega Federico Scoto. Comunicato stampa CNR 

DOI:10.1073/pnas.2203468119 - Foto di una carota di ghiaccio (credits: Antje Fitzner)

Graphucal Abstract24 Ottobre 2022

Pubblicato su Environmental Pollution uno studio sulla biodegradazione di antibiotici veterinari (AB) sulfonammidi e fluorochinoloni presenti nei suoli agricoli ammendati con letame bovino o digestato anaerobico. E’ stato inoltre valutato il bioaccumulo di AB, la trasmissione di geni della resistenza batterica (ARG) e la struttura della comunità microbica nelle coltivazioni di Lactuca sativa, analizzando per 46 giorni suolo, rizosfera e fillosfera fogliare. I risultati complessivi mostrano la presenza di fluorochinoloni, ma non di sulfonammidi, e di ARG nelle foglie della lattuga, e non si può escludere il rischio che antibiotici e geni della resistenza batterica entrino nella catena alimentare attraverso l'assunzione di ortaggi freschi.

DOI: 10.1016/j.envpol.2022.120413 - Luisa Patrolecco (CNR-ISP)

(english version)

22 Settembre 2022

In un articolo appena pubblicato on-line sulla rivista scientifica internazionale Geomorphology, Andrea Securo e Renato R. Colucci (CNR-ISP) hanno sfruttato i vantaggi offerti dalla tecnologia LiDAR per monitorare le variazioni di 75 depositi di neve e ghiaccio nel Massiccio del Monte Canin, Alpi Giulie, tra il 2006 ed il 2018. La ricerca è svolta all’interno del progetto CryoKarst.

Nella foto: Colucci R.R., Basso Bondini M., Del Gobbo C. e alcuni tirocinanti dell’Università degli Studi di Trieste dopo una giornata di rilievi sul campo. Foto di A. Securo

12 Maggio 2022

Pubblicato un nuovo studio su Environmental Toxicology and Chemistry dove sono riportati dati sulla distribuzione di 16 idrocarburi policiclici aromatici (IPA) ed alteratori endocrini (AE, nonilfenoli e bisfenolo A) nei sedimenti marini artici (Kongsfjorden-KF, Isole Svalbard, Norvegia) e la valutazione di rischio per le specie bentoniche legata alla loro presenza. I risultati hanno confermato che il long-range transport e la fusione dei ghiacciai sia marini che terrestri (tramite il fiume Bayelva) giocano un ruolo chiave nell’immissione di contaminanti persistenti nel fiordo. Per la prima volta è stata dimostrata l'influenza del villaggio e del porto di Ny-Ålesund sull’andamento spaziale degli AE. La valutazione di rischio ecologico effettuata sulla base delle concentrazioni misurate ha rilevato un basso rischio per gli organismi bentonici artici. DOI:10.1002/etc.5334 (Francesca Spataro, Jasmin Rauseo CNR-ISP)

A new study, reporting data on the distribution of 16 polycyclic aromatic hydrocarbons (PAHs) and endocrine disrupting compounds (EDCs, nonylphenols and bisphenol A) in Arctic marine sediments (Kongsfjorden-KF, Svalbard Islands, Norway) and the risk assessment for benthic species related to their presence, has been published in Environmental Toxicology and Chemistry. Results confirmed that long-range transport and melting of both marine and terrestrial glaciers (Bayelva River) play a key role in the input of persistent contaminants into the fjord. For the first time, the influence of the village and the port of Ny-Ålesund on the spatial trend of EDCs was shown. The ecological risk assessment based on the measured concentrations revealed a low risk for benthic organisms.

30 Marzo 2022

Il 18 marzo 2022 è stato inaugurato l'ampliamento della variante di valico dell'autostrada A1, in particolare il tratto Barberino del Mugello-Firenze Nord, con la realizzazione della galleria Santa Lucia, lunga quasi 8 km, oggi la più grande galleria a tre corsie esistente al mondo.

A tale evento hanno partecipato i presidenti delle regioni Toscana ed Emilia Romagna, il sindaco di Firenze e i sindaci di Barberino di Mugello e di Calenzano, i vertici di Autostrade per l’Italia SpA, nonché il Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili.

La realizzazione della Galleria, durata tre anni, ha avuto tra i principali obiettivi la conservazione e protezione del contesto ambientale in cui si inserivano le attività di scavo, attraverso una gestione sostenibile delle ingenti quantità di terre prodotte (circa 1.480.000 m3).

schema metadati p10 Marzo 2022

Lo studio, Increasing the interoperability of snow/ice hyperspectral observations, nato dalla collaborazione tra alcuni ricercatori del CNR-ISP e del CNR-IIA, parte dalla libreria di firme spettrali, la Snow and Ice Spectral Library (SISpec) per costruire lo schema di metadati per la neve al fine di migliorarne la condivisione. Per garantire l’accessibilità come Open Data, si è cercato di trovare un compromesso tra le linee guida dell'European Research Council (ERC), i principi FAIR (Findability, Accessibility, Interoperability, and Reuse Data) definiti dalla Research Data Alliance (RDA), e i Group on Earth Observation (GEO)  Data Sharing Principles. Lo standard dell'International Organization for Standardization (ISO-19115) è stato scelto come quadro standard per descrivere SISpec e quando lo schema di metadati disponibile non era sufficiente o adatto, sono state create estensioni e nuovi componenti di metadati per descrivere le firme spettrali e i parametri microfisici della neve. Il risultato è un modello di metadati specifico per le firme spettrali della neve, utile per condividere SISpec sia nel contesto europeo che internazionale.  DOI: 10.1016/j.cageo.2022.105076 - Sabrina Di Franco (CNR-ISP)

(english version)

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