25 anni portati benissimo: tanti auguri Dirigibile Italia!

Stazione Dirigibile Italia15 Maggio 2022 - Un edificio cangiante, di colore marrone rossastro, che si confonde con i colori della terra in estate e domina sul bianco della neve in inverno. Una costruzione in legno tipicamente norvegese che costituisce un piccolo angolo della ricerca italiana nell’estremo nord.

Tutti coloro che sono passati da qui non hanno mancato di farsi una foto davanti alla targa affissa all’esterno, tutti quelli che hanno partecipato a un collegamento con i ricercatori in base ricordano il divanetto blu e le pareti rivestite di legno all’interno della stazione. Stiamo parlando della Stazione Artica Dirigibile Italia, l’avamposto della ricerca scientifica italiana a Ny-Ålesund, che oggi compie 25 anni. Un anniversario che riempie di orgoglio la comunità scientifica nazionale e del CNR in particolare. (Continua a leggere..)


Progetto ARTISTEra il 1997 quando tutto ebbe inizio
La base è stata inaugurata il 15 maggio 1997, alla presenza dei rappresentanti italiani del Consiglio Nazionale delle Ricerche, delle autorità diplomatiche norvegesi e del Norvegian Polar Institute. Negli anni la base ha ospitato personale di diversi istituti di ricerca e università, italiane e straniere, contribuendo a sviluppare sinergie e collaborazioni nell’ambito di una sempre maggiore cooperazione internazionale.
La Stazione Artica Dirigibile Italia costituì un importante tassello per la ricerca italiana nelle aree polari ed estreme iniziata rispettivamente nel 1985 in Antartide e nel 1987 con la base CNR EV-K2 sull’Himalaya, offrendo l’opportunità al nostro Paese di un punto di riferimento scientifico e strategico in Artico: non poco per un Paese non-Artico.
L’importanza degli studi sul clima e sull’ambiente fu sostenuta con la partecipazione del CNR al progetto europeo ARTIST nel 1998 che costituirà un esempio di cooperazione internazionale che sfrutterà appieno le risorse della giovane stazione di ricerca Dirigibile Italia. Le ricerche sulle tematiche ambientali, in particolare sulle caratteristiche chimico-fisiche dell’atmosfera e della neve, sono proseguite supportate dai progetti strategici del CNR dal 2002 al 2004.
CCTUn importante rilancio delle attività di ricerca si compie nel 2008-09 con i progetti di interesse nazionale PRIN 2007- 2009 che, in aggiunta al supporto fondamentale del Dipartimento del Sistema Terra e Tecnologia dell’Ambiente (DSSTTA) del CNR, permettono la costruzione della Amundsen Climate Change Tower (CCT), l’apertura del Laboratorio per la ricerca sull’aerosol Atmosferico a Gruvebadet (GAL), l’inizio dell’attività oceanografica con il posizionamento di un ancoraggio sottomarino (MDI). Il rafforzamento delle infrastrutture scientifiche associate a Dirigibile Italia permettono al CNR nel 2010 di essere tra i partner fondatori dell’iniziativa SIOS (Svalbard Integrated Arctic Earth Observing System), con lo scopo di integrare e coordinare l’utilizzo delle infrastrutture scientifiche alle Svalbard: un momento importante della cooperazione internazionale in Artico.
Strumentazione sul tetto del laboratorio GRUVEBADETNel 2013 l’Italia entra a far parte del Consiglio Artico come Paese osservatore, valorizzando ulteriormente gli sforzi logistici e di ricerca a Ny-Ålesund e rafforzando il dialogo con le nazioni artiche.
All’infrastrutture logistiche basate a Ny-Ålesund nel 2014 viene affiancata l’infrastruttura digitale per la gestione, la conservazione e la disseminazione dei dati e dei metadati prodotti in Artico, denominata Italia Arctic Data Center (IADC). I progetti in questi anni registrano un forte incremento sia numerico che di diversificazione dei contenuti sviluppando una forte multidisciplinarità riconosciuta a livello nazionale e internazionale. Ed è infatti su questa base che viene approvato in Parlamento con la legge di bilancio nel 2017 la proposta per finanziare il Progetto di Ricerche in Artico (PRA).
Nel 2019, con la nascita dell’Istituto di Scienze Polari (ISP), nasce anche l’esigenza di un gestione diretta della Stazione Dirigibile Italia che viene appunto affidata al nuovo istituto. Questa nuova condizione darà a Dirigibile Italia un forte impulso alla presentazione di nuovi progetti e richiesta di accessi alla stazione, che purtroppo subiranno una brusca frenata a causa della pandemia da covid 19 che ha rallentato notevolmente le attività ma che per fortuna a distanza di 2 anni ormai hanno ripreso a pieno regime.


Cosa studiamo in Artico
Le linee delle attività di ricerca in Artico seguono due d’indirizzi principali: il monitoraggio di lungo periodo dei parametri che caratterizzano lo stato e l’evoluzione del clima allo scopo di integrare e spiegare le interazioni tra le quattro sfere (Idrosfera, Atmosfera, Biosfera, Geosfera) e le attività di campagna per lo studio di alcuni processi anch’essi modulati dai cambiamenti climatici ma osservati a piccola scala. Il potenziamento delle infrastrutture scientifiche e della strumentazione oggi permette lo studio dettagliato dell’aerosol e della composizione atmosferica, dei processi di scambio tra la superficie (mare, neve, ghiaccio, suolo, e vegetazione) e la bassa atmosfera, degli ecosistemi terrestri e marini, della biologia marina, dell’oceanografia e della geologia. Inoltre, la base ospita strumentazione per lo studio dei processi in ionosfera e da supporto alla ricerca tecnologica.

Non solo raccolta
La Stazione Artica Dirigibile Italia può ospitare fino a 7 persone che hanno la possibilità di permanere anche per lunghi periodi e vivere un’esperienza scientifica e di lavoro in un luogo remoto. La presenza di ricercatori provenienti da diverse realtà favorisce il confronto e collaborazione, anche con i colleghi di altri Paesi presenti nel villaggio di Ny-Ålesund. La stazione Dirigibile Italia si propone di essere non solo un laboratorio scientifico, ma anche un luogo di incontro per interessi di ricerca e per saperi diversi e potenzialmente complementari: un vero e proprio laboratorio atto a stimolare le collaborazioni scientifiche e la cooperazione internazionale.
Dirigibile Italia è stata, è e sarà la casa di tante altre ricercatrici e tanti altri ricercatori impegnati nello studio dei cambiamenti climatici. Noi saremo qui a raccontarvi la ricerca, la vita e le storie da questo luogo così a Nord del mondo.


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