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L'Anthropocene è un'unità di tempo geologica nuova, sebbene non ufficiale, usata per descrivere il periodo più recente nella storia della Terra, quando l'attività umana ha iniziato ad avere un impatto significativo sul clima e sugli ecosistemi del pianeta. l'Antropocene è anche un periodo caratterizzato da un livello tecnologico senza precedenti che ci consente di misurare variabili essenziali del sistema climatico (ECV) ad alta risoluzione temporale (e.g. satelliti) e di prevedere scenari climatici futuri utilizzando supercomputer all'avanguardia basati sugli Shared Socioeconomic Pathways (SSPs). Tuttavia, le misure strumentali esistono solo dalla metà del XX secolo mentre le simulazioni sono limitate nel tempo a pochi secoli. Pertanto, non è chiaro se i cambiamenti documentati e previsti facciano parte della variabilità naturale a lungo termine del sistema climatico. A questo proposito, gli archivi climatici come le carote di ghiaccio, le carote di sedimenti marini/lacustri, i coralli, gli speleotemi e gli anelli degli alberi offrono una prospettiva straordinaria dell'evoluzione climatica del passato e, quindi, rappresentano un punto di riferimento fondamentale per inquadrare i cambiamenti climatici in corso all’interno di un contesto più ampio di variabilità climatica naturale a lungo termine. In particolare, il clima passato è caratterizzato da importanti eventi climatici che possono essere utilizzati come esempi (non necessariamente analoghi) per valutare la velocità dei cambiamenti naturali e comprendere le interazioni tra le componenti critiche del sistema clima, comprese le sue forzanti esterne e interne. Pertanto, la paleoclimatologia è un campo di ricerca fondamentale per lo studio dell'Antropocene in quanto fornisce informazioni su come funziona il sistema climatico terrestre e su come potrebbe cambiare in futuro. Attraverso il paleoclima si può quindi migliorare i modelli climatici riducendo le incertezze sulle proiezioni future.
Gli archivi naturali della storia del clima passato sono pilastri per i paleoclimatologi in quanto rappresentano letteralmente macchine del tempo. Gli scienziati cercano indizi di eventi passati in questi record come indicatori biologici, geochimici e sedimentari utilizzati per la quantificazione empirica dei parametri climatici e ambientali, un aspetto generalmente indicato come proxy. Ogni tipo di archivio ha i suoi vantaggi e svantaggi. Pertanto, i paleo-studi ottengono migliori risultati dall'integrazione di archivi complementari per avere una visione interdisciplinare su come funziona il sistema climatico.

Principali settori ERC:
• PE4_5 - Analytical chemistry
• PE4_18 - Environment chemistry
• PE10_1 - Atmospheric chemistry, atmospheric composition, air pollution
• PE10_3 - Climatology and climate change
• PE10_6 - Palaeoclimatology, palaeoecology
• PE10_8 - Oceanography (physical, chemical, biological, geological)
• PE10_9 - Biogeochemistry, biogeochemical cycles, environmental chemistry
• PE10_11 - Geochemistry, cosmochemistry, crystal chemistry, isotope geochemistry, thermodynamics
• PE10_18 - Cryosphere, dynamics of snow and ice cover, sea ice, permafrosts and ice sheets

Referenti: Andrea Spolaor, Tommaso Tesi

Contatto: info-paleoclimate AT isp.cnr.it

Sottotematiche

La ‘Blue Marble’, scattata dall’equipaggio dell’Apollo 17 della NASA nel 1972 Le principali attività dell'area tematica Osservazione della Terra (OT) e modellistica degli ecosistemi polari sono: remote e proximal sensing, analisi spaziali, cartografie tematiche e organizzazione della conoscenza geografica ed ambientale. L’attività è incentrata su tre pilastri metodologici principali, e sulla loro integrazione: metodi osservativi da remoto e in loco, organizzazione delle informazioni a supporto della conoscenza, rappresentazione tramite modelli numerici e concettuali. Il Ghiacciaio Spegazzini (Parco Nazionale Los Glaciares, Santa Cruz, Argentina, Gennaio 2010) © Chiara Venier CNR-ISP L’investigazione scientifica ha per oggetto le risposte degli ecosistemi polari, anche attraverso il confronto con le diverse fasce climatiche, alle variazioni della temperatura dell'aria e del mare, i cambiamenti delle calotte polari, le variazioni del livello del mare e dell’estensione, persistenza e spessore del manto nevoso e dei ghiacci, l’evoluzione del permafrost, i processi di erosione ed accrescimento costieri, il rilascio e la segregazione di gas clima-alteranti ed i cicli biogeochimici, la biodiversità. Le metodologie osservative mirano a rilevare dinamiche ambientali e climatiche a differenti scale spaziali e temporali attraverso l’individuazione e lo studio di molteplici variabili essenziali e le loro interazioni sia biologiche che geofisiche, integrando le informazioni delle diverse piattaforme. Il confronto continuo consente di integrare i modelli spaziali ed ecologici con i dati osservativi.

Esempio di struttura gerarchica del termine "ice" nel thesaurus dedicato alla criosfera "SnowTerm" L’area ha un gruppo dedicato all’organizzazione della conoscenza terminologica multilingue, thesauri e metadati a supporto della descrizione del dato e dell’informazione ambientale, con focus sugli ambienti polari. L’area tematica sviluppa, in accordo con i principi FAIR (Findable Accessible Interoperable Reusable), catene di dati e prodotti a sostegno dello studio di sistemi terrestri, acquatici e della criosfera e lo sviluppo di GIS interoperabili, cartografia tematica e servizi operativi. Nella foto a sinistra il Ghiacciaio Spegazzini (Parco Nazionale Los Glaciares, Santa Cruz, Argentina, Gennaio 2010), assieme ai ghiacciai Upsala e Perito Moreno, alimenta il Lago Argentino nel Parco Nazionale Los Glaciares. In questa foto è visibile la fronte del ghiacciaio di tipo calving, caratterizzata da abbondanti seracchi, che possono raggiungere 135 m di altezza.

 

Principali ERC panels:
• LS8 - Environmental Biology, Ecology and Evolution
• PE10 - Earth System Science
• SH7 - Human Mobility, Environment, and Space
• SH2 - Institutions, Values, Environment and Space
 
Referenti: Francesco De Biasio, Francesco Filiciotto, Emiliana Valentini, Matteo Zucchetta,
 
Contatto: info-observation AT isp.cnr.it

Sottotematiche


Iceberg nel Kongsfjorden (Isole Svalbard) © Luisa Patrolecco CNR-ISP Le attività di ricerca svolte nell’ambito dell’Area Tematica Contaminanti e Ecosistemi sono finalizzate allo studio delle sorgenti, dinamiche di trasporto, diffusione e destino di contaminanti normati ed emergenti, incluse le micro/nano plastiche e gli elementi in traccia, negli ecosistemi polari. Tali ecosistemi sono particolarmente sensibili alle perturbazioni esterne, quali le attività antropiche e il cambiamento climatico. Di fatto, le regioni polari costituiscono il serbatoio finale di molti inquinanti emessi alle medie latitudini e trasportati su scala regionale e globale (a lungo raggio) tramite la circolazione atmosferica, oceanica e gli animali migratori: tutti drivers influenzati dal cambiamento climatico in corso. Il riscaldamento globale ha favorito, inoltre, un crescente impatto antropico nelle aree polari a causa dello sviluppo di attività turistiche, di estrazione mineraria e del traffico marittimo con conseguente incremento dell’input locale di contaminazione, incluso l’inquinamento acustico.
Gli effetti diretti ed indiretti di questi cambiamenti combinati alle diverse dinamiche di contaminazione stanno causando la frammentazione e la distruzione degli habitat, l’alterazione delle reti trofiche acquatiche e terrestri, nonché perdita di diversità con ripercussioni anche sulle popolazioni artiche.
Valle alla base dei ghiacciai Austre-Vestre Brøggerbreen (Isole Svalbard) © Francesca Spataro CNR-ISP In tale contesto, la multidisciplinarietà delle competenze che convergono in questa Area Tematica costituisce un requisito indispensabile per la comprensione degli effetti dovuti all’impatto antropico e al cambiamento climatico negli ecosistemi polari seguendo un approccio One Health e mirando ad una gestione sostenibile di questi ambienti vulnerabili nel prossimo futuro.

Le principali linee di indagine si possono ricondurre ai seguenti ambiti: messa a punto e ottimizzazione di metodi analitici altamente sensibili per la rilevazione degli inquinanti nei comparti ambientali abiotici e biotici, comprensione dei processi di trasporto e distribuzione negli ecosistemi, valutazione delle interazioni con la sfera biologica e degli effetti ecologici, studio delle capacità degli ecosistemi di adattarsi e rispondere alla contaminazione.

 

 

 

Principali settori ERC:
• LS8 - Environmental Biology, Ecology and Evolution
• PE4 - Physical and Analytical Chemical Sciences
• PE10 - Earth System Science
 
Referenti: Elena Barbaro, Maria Papale, Luisa Patrolecco, Francesca Spataro
 
Contatti: info-impacts AT isp.cnr.it 

Sottotematiche

ISP-NEWSLETTER


• ISP-Newsletter n.7  Marzo/March 2023 - (Ita - Eng)

In questo numero: In primo piano: La perforazione profonda del ghiaccio dell’HOLTHEDALFONNA - Svalbard (Andrea Spolaor). Qui Dirigibile Italia: Sono arrivata da neofita…(Simonetta Montaguti), Al via la stagione 2023 (Mauro Mazzola). Ricerca in evidenza: La spedizione BioGeoAlbedo (Biagio Di Mauro e Giacomo Traversa), Il Programma TUNU – TEAM-Fish (Nicoletta Ademollo e Simonetta Corsolini). Il Commento: Convegno PRA - l’Artico attraverso la lente della ricerca scientifica (Jessica Marzaro). Cartoline dal campo. Cronache polari: Beyond EPICA - dal campo al web una perforazione lunga 808 metri (Chiara Venier, Clara Turetta e MST)
In this issue:

In this issue: Under the spotlight: The HOLTHEDALFONNA ice field deep drilling - Svalbard (Andrea Spolaor). News from Dirigibile Italia: I came as a neophyte …(Simonetta Montaguti), The 2023 season kicks off (Mauro Mazzola). Research Highlights: The expedition BioGeoAlbedo (Biagio Di Mauro and Giacomo Traversa), TUNU TEAM-Fish Program (Nicoletta Ademollo and Simonetta Corsolini). Comment: PRA meeting: the Arctic through the lens of scientific research (Jessica Marzaro). Postcards from the field. Polar chronicles: Beyond EPICA: from the field to the web, an 808-metre drill (Chiara Venier, Clara Turetta and MST)


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Campionamento presso il Lago Don Juan, regione orientale dell'Antartide © Angelo Odetti - PNRA L’Area Tematica Bioscienze si occupa dello studio della biosfera in ambito polare a diversi livelli di complessità biologica, dalle molecole agli ecosistemi e fino ai biomi. In particolare, l’attenzione si concentra sulla descrizione e quantificazione della biodiversità degli organismi che abitano gli ambienti polari, allo scopo di valutarne la complessità a livello strutturale e funzionale. A questo proposito, vengono valutati scenari di shift di popolazioni, cambiamento della biodiversità e dei processi biogeochimici derivanti dal cambiamento climatico e dall’impatto antropico. L’interesse principale è focalizzato sulle interazioni tra aspetti biologici ed ecologici e i processi abiotici e, in particolare, sul ciclo del carbonio e i flussi di energia negli ecosistemi delle regioni polari. Ulteriori campi di indagine riguardano la ricerca di biomolecole di origine microbica, la capacità dei microrganismi polari di degradare contaminanti organici e gli aspetti astrobiologici legati alla vita in ambienti estremi.
I temi centrali delle ricerche svolte nell’ambito dell’Area Tematica Bioscienze sono (1) organizzazione strutturale e funzionale degli ecosistemi polari e dinamiche di popolazioni e comunità; (2) risposta di individui, popolazioni e comunità ad influenze esterne di origine climatica ed antropica (inclusi perdita e frammentazione di habitat, prelievo, estrazione, inquinamento, etc.); (3) risvolti biotecnologici derivanti dall’adattamento alle basse temperature e/o altri fattori fisico-chimici.
Misurazione della salinità presso il Lago Don Juan, regione orientale dell'Antartide © Angelo Odetti - PNRA Gli obiettivi di ricerca includono:
• lo studio della diversità strutturale e funzionale e l'ecofisiologia degli organismi polari, per fare luce sui limiti dell’adattamento, anche in relazione al cambiamento climatico e all’impatto antropico;
• lo studio della biogeochimica e l'ecologia in habitat marini e terrestri ai Poli, inclusi i fattori ambientali che controllano le interazioni biologiche;
• la stima del potenziale biotecnologico di organismi adattati alla vita a bassa temperatura e/o altri fattori fisico-chimici;
• la comprensione del comportamento e dell’evoluzione degli ecosistemi polari, mediante analisi spazio-temporali dei processi ecologici;
• gestione e conservazione delle risorse marine polari (management);
• confronto fra trends osservati in aree polari e medie latitudini.

Principali settori ERC:
• LS8 - Environmental Biology, Ecology and Evolution
• LS9 - Biotechnology and Biosystems Engineering
• PE10 - Earth System Science
 
Referenti: Angelina Lo Giudice, Mario La Mesa, Cairns Warren Raymond Lee
 
Contatto: info-biosciences AT isp.cnr.it

Sottotematiche

Title: Multidisciplinary Investigations on mount Melbourne volcano and its fumarolic Ice Caves
Acronym: MIMIC
Research Unit Leader ISP: Violetta La Cono
Leading Institution: Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV)
Funding: Ministero Università e Ricerca - Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (MUR-PNRA)
Period of activity: 2020 - 2022

Title: SiciliAn Micro and NanO TecHnology Research and InnovAtion Center
Acronym: SAMOTHRACE
Research Unit Leader ISP: Mikhail Iakimov
Leading Institution: Institute for Microelectronics and Microsystems (CNR-IMM)
Funding: Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR)
Period of activity: 2022 - 2025

Un memorandum of understanding è stato siglato tra l'Istituto di Scienze Polari del CNR e l'Istituto Coreano di Ricerca Polare (KOPRI) il 15 novembre 2021. Il 20 febbraio 2023 i due direttori degli Istituti si sono finalmente incontrati al #ASSW2023, formalizzando con una stretta di mano una cooperazione che già da anni vedeva coinvolti i ricercatori di Italia e Corea.

2023 KOPRI ISP 1 pA memorandum of understanding was signed between the Institute of Polar Sciences CNR-ISP and the Korea Polar Research Institute (KOPRI) on the 15th of November 2021. On the 20th of February 2023 the two directors finally met at #ASSW2023 in Vienna, sealing and renewing with a handshake a long established cooperation between Italy and Korea.

20 Febbraio 2023

Si è appena conclusa l’attività del progetto Lasagne (Laminated sediments in the magnificent Edisto Inlet (Victoria Land): What processes control their deposition and preservation?) coordinato da Leonardo Langone di CNR-ISP in Edisto Inlet (Mare di Ross).
Il mooring MEI è stato recuperato, manutenzionato e rimesso a mare per un altro anno di misure. Nel corso della crociera oceanografica con N/R Laura Bassi sono state inoltre occupati 7 siti della baia dove sono stati effettuati campionamenti di acqua e sedimento superficiale. La baia è stata inoltre coperta da una fitta rete di stazioni CTD integrate con profili di velocità L-ADCP.

La nave ha infine acquisito dati di batimetria multifascio, Topas e vmADCP durante i transiti tra una stazione e l’altra. La campagna è stata un successo per l’enorme mole di dati acquisiti nonostante la nave abbia dovuto continuamente aprirsi un varco nel ghiaccio marino che ancora occupava la baia. (Foto: recupero della Rosette con sonda CTD - L. Langone)

SENTINEL ProjectTitle:The impact of sea ice diSappearance on highEr North aTlantic clImate and atmospheric bromiNe and mErcury cycLes
Acronym: SENTINEL
Principal Investigator ISP: Andrea Spolaor
Leading Institution: Institute of Polar Sciences (CNR-ISP)
Funding:Ministry for University and Research - Artic Research Program (MUR-PRA)
Period of activity: 2021 - 2024

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